Viterbo e la Tuscia, per la prima volta, hanno la possibilità di eleggere un proprio rappresentante a Bruxelles. Protagonista di questa opportunità, più unica che rara, è Antonella Sberna, candidata di Fratelli d'Italia alle Europee dell'8 e 9 giugno nel collegio elettorale Centro che comprende quattro regioni: Lazio, Umbria, Toscana e Marche. Alla luce di quella che è un'occasione storica per il nostro territorio, La Provincia ha pensato di rivolgerle alcune domande.

Una campagna elettorale sicuramente impegnativa per chi la vive in prima persona ma la percezione dall’esterno è che sia sottotono. Qual è la situazione reale sul campo?

«Negli ultimi anni, purtroppo, tutte le tornate elettorali sono state caratterizzate dall’alto tasso di astensionismo, segno evidente di una distanza sempre maggiore dei cittadini dalla politica. L'Europa inoltre è percepita lontana dalla vita reale delle persone, e questo perché l’Unione europea è stata molto poco sensibile ai problemi delle comunità. Inoltre, in questi anni, dell’Europa abbiamo conosciuto principalmente l’aspetto negativo, quello di un grande apparato burocratico che impone politiche di austerità e rigore e che vuole obbligarci a cambiare le nostre abitudini alimentari, i nostri stili di vita, che con regolamenti e direttive penalizza i nostri settori economici e produttivi. Fratelli d’Italia intende andare in Europa proprio per cambiare questa visione e trasformare la Ue in una struttura che aiuti concretamente la ripresa economica, offra agli Stati la possibilità di crescere, rispettando soprattutto l’autonomia e l’indipendenza dei governi nazionali, per fare dell’Unione la patria dei popoli all’insegna del rispetto reciproco e della solidarietà fra Paesi. Devo dire però che, in queste settimane di campagna elettorale, sto riscontrando molto entusiasmo sui territori che sto visitando, e percepisco un certo interesse per queste elezioni. Penso che ciò sia dovuto al fatto che, per la prima volta, con Fratelli d’Italia e con il prestigio ottenuto da Giorgia Meloni, c’è negli elettori la speranza che finalmente si possa davvero cambiare anche l’Europa, così come il governo sta cambiando l’Italia».

Per la prima volta Viterbo ha un proprio candidato, donna, alle Europee. Cosa può significare avere un rappresentante locale a Bruxelles per il territorio?

«La mia candidatura rappresenta senza dubbio una straordinaria opportunità per la nostra provincia. Sono l’unica candidata di Viterbo fra tutte le liste in campo e ciò dimostra chiaramente quanto Fratelli d’Italia a livello nazionale guardi con grande rispetto e considerazione a questo territorio, garantendogli la possibilità di avere una rappresentanza in Europa. Credo che un’occasione del genere non vada sprecata, quindi spero che tutti i viterbesi che mi conoscono e sanno quanto impegno ho sempre messo nelle mie attività, comprendano come la preferenza data a me sarà un investimento per questa provincia, indipendentemente dall’appartenenza politica. Avere un rappresentante a Bruxelles significa portare in Europa le istanze dei nostri territori e cogliere tutte quelle opportunità che possono favorire concretamente le nostre imprese, le nostre aziende agricole, il nostro tessuto economico e produttivo. Sarebbe bello aprire una sorta di “ufficio Tuscia” al Parlamento europeo, approfittando anche della filiera istituzionale che potrà crearsi con il governo nazionale e la Regione Lazio per programmare opportunità fatte di investimenti, finanziamenti, progetti da calare nelle nostre realtà».

Su cosa sta puntando Antonella Sberna per convincere il vasto elettorato di Lazio, Umbria, Toscana e Marche di essere la persona giusta da mandare in UE?

«Mi presento come una candidata comune, una mamma e una professionista che ha scelto di dedicarsi alla politica per contribuire al bene comune. Ma sono una donna normale, chiamata a confrontarsi quotidianamente con i problemi di tutte le persone e che sa soprattutto quanto sia ambizioso conciliare maternità, famiglia, lavoro, impegno politico e amministrativo. Proprio come mamma di tre splendide bambine, credo molto nel valore della famiglia, ed in linea con il programma elettorale di Fratelli d’Italia mi batterò per favorire la piena integrazione fra dimensione materna e lavorativa. Il nostro continente, l’Italia e purtroppo anche la Tuscia stanno registrando dati allarmanti per ciò che riguarda le nascite con livelli sempre più bassi. E’ necessario invertire questa tendenza, incentivando le politiche per la natalità ma nel contempo offrendo alle famiglie tutti i necessari strumenti normativi, sociali ed economici in grado di sostenere e supportare i nuclei più numerosi come sta facendo il Governo Meloni incrementando il numero degli asili nido e introducendo agevolazioni e sgravi fiscali per i nuclei più numerosi. Dobbiamo cambiare soprattutto il paradigma culturale dominante in Europa ed affermare come i soldi destinati alla famiglia e alla maternità sono investimenti produttivi da incentivare. Altri campi in cui intendo indirizzare la mia attenzione saranno l’agricoltura e il sociale. Dobbiamo difendere e valorizzare i nostri prodotti d’eccellenza contrastando la concorrenza sleale e l’invasione di prodotti provenienti dai mercati extra Ue ma soprattutto puntando sulla difesa e la valorizzazione del made in Italy. Poi è necessario investire sull’innovazione e sull’imprenditoria giovanile. Lo sviluppo di un territorio come il Viterbese potrà essere garantito soltanto se sapremo coniugare la tradizione agricola con l’innovazione, affiancando ai sistemi tradizionali lo sviluppo delle nuove tecnologie aiutando e agevolando la trasformazione dei sistemi di coltivazione e di produzione verso la compatibilità ambientale, ma senza imporre diktat green o pesanti condizionalità agli agricoltori nell’accesso ai fondi comunitari. Il sociale poi sarà sicuramente fra le mie priorità, con l’obiettivo di rendere l’Europa sempre più inclusiva e solidale verso i soggetti fragili. E anche qui non posso non guardare all’esperienza positiva della realtà viterbese, dove è operativo un volontariato attore essenziale nello sviluppo e nel successo delle politiche sociali e con il quale ho collaborato attivamente negli anni in cui ho ricoperto l’incarico di assessore alle Politiche sociali del Comune di Viterbo. In quegli anni avevo anche la delega ai rapporti con la Ue e così ho potuto sperimentare quanto l’Europa possa davvero concorrere allo sviluppo di politiche sociali attive e positive se smetterà di guardare ossessivamente ai limiti di spesa favorendo gli investimenti».

Perché secondo lei le Europee hanno scarso appeal presso gli elettori? Come si può colmare questa distanza?

«Purtroppo l’Europa è stata fino ad oggi percepita come distante rispetto ai problemi delle persone, ed è stata identificata maggiormente con i volti dei burocrati che parlavano di debito pubblico da ripianare, di parametri economici da rispettare, di multe da applicare. Del resto negli ultimi dieci anni abbiamo sentito spesso i nostri governanti ripetere che certe misure impopolari erano necessarie perché “le chiedeva l’Europa”. E’ per questo che nell’opinione pubblica è maturato un senso di ostilità verso l’istituzione europea considerata non un’opportunità ma la causa principale di tutti i problemi. Per colmare questa distanza c’è un solo modo: avvicinare l’Europa ai cittadini, e questo potrà avvenire soltanto cambiando l’intera impostazione di governo che abbiamo visto in tutti questi anni. Fratelli d’Italia intende andare in Europa proprio con l’obiettivo di modificare regole, trattati, direttive, rivedere il Patto di stabilità e crescita e riportare la politica e i bisogni dei cittadini al centro delle strategie comunitarie. Il benessere dei popoli deve tornare ad essere il principale obiettivo da conseguire. Soltanto così l’Europa sarà finalmente percepita come una casa comune e una grande famiglia alla quale sentirsi orgogliosi di appartenere».