CIVITAVECCHIA – La recente sentenza della Sezione Lavoro del Tribunale di Civitavecchia che ha dichiarato nullo il licenziamento - a marzo 2023 - dell’ex dirigente del settore promozione, sviluppo del turismo e marketing del territorio dell’Adsp, Malcolm Morini, con l’ente chiamato a reintegrarlo nel posto di lavoro fa emergere le tensioni all’interno di Molo Vespucci tra presidente e segretario generale. Proprio le dichiarazioni rese da quest’ultimo infatti in sede di udienza sarebbero state determinanti ai fini della decisione del giudice. «Va incredibilmente sottolineato come, nonostante egli fosse al tempo stesso il responsabile unico della procedura della riorganizzazione, del trasferimento del dirigente ad altra mansione di lavoro, sempre come emerge dal testo della sentenza - ha commentato il presidente dell’Adsp Pino Musolino - il dipendente fosse stato dallo stesso Risso posto alle sue dirette dipendenze senza avere ricevuto incarichi di sorta e quindi di aver portato al licenziamento per la "superfluità della posizione di lavoro" ricoperta dal dirigente dopo il suo trasferimento. In sintesi durante la testimonianza che avrebbe dovuto essere resa a tutela dell’Ente, il dottor Risso ha dichiarato che il suo operato sia stato essenzialmente errato e tale dichiarazione ha portato, direi quasi inevitabilmente, ad una sentenza sfavorevole. Preme ulteriormente sottolineare che di questa testimonianza e del contenuto della stessa io sia venuto a conoscenza solo oggi dal testo della sentenza». A tutela dell'ente e dell’operato complessivo dell’amministrazione, il presidente Pino Musolino ha già incaricato il legale che rappresentava l'Adsp di ricorrere in appello valutando la possibilità di richiedere la sospensione degli effetti della sentenza del giudice del lavoro di primo grado. «Un punto più generale sento di dover portare alla luce a seguito di questo episodio ed è relativo ad una necessità ormai di chiarimento normativo che definisca una volta per tutte il rapporto tra Presidente e Segretario Generale, una situazione di oggettiva difficoltà che condivido con molti colleghi - ha concluso Musolino - non è pensabile che tutte le responsabilità e tutte le relazioni esterne siano gestite ed imputate in capo ai presidenti mentre le figure dei segretari generali possano, in alcuni casi, svolgere un ruolo di destabilizzazione dietro le quinte che mette a repentaglio la piena operatività amministrativa dell’Ente portuale».

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