CIVITAVECCHIA – Visita a Civitavecchia per il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi, che oggi sarà al porto per inaugurare, insieme al commissario straordinario dell’Adsp Pino Musolino, alla vicepresidente della Regione Lazio Roberta Angelilli e al sindaco Marco Piendibene, il cantiere per il cold ironing presso la Darsena Traghetti Area nord dello scalo. Un investimento da circa 80 milioni di euro con fondi Pnrr per portare avanti il progetto di elettrificazione delle banchine.

Viceministro Rixi, il porto di Civitavecchia è al centro di un'importante fase di trasformazione, con diversi cantieri finanziati dal PNRR. Qual è la visione strategica del Governo per il futuro dello scalo e quali opportunità si aprono per il territorio?

«Il Governo ha una visione chiara e ambiziosa per tutti i porti del Lazio, che si inserisce in un progetto di ammodernamento e sviluppo sostenuto dal Pnrr. A Civitavecchia stiamo investendo 360 milioni di euro tra Pnrr, fondi europei e del Mit. Nei porti di Fiumicino e Gaeta l’investimento è di oltre 100 milioni, con la realizzazione di opere attese da molto tempo. Il rafforzamento dei collegamenti ferroviari e autostradali, insieme a transizione energetica e progetti di elettrificazione delle banchine finanziati con 80 milioni del Pnrr renderà Civitavecchia sempre più competitiva. Inoltre, l'inclusione del porto nella rete Ten-T conferisce allo scalo un ruolo strategico nel trasporto di merci e passeggeri, rafforzando la connessione con l’Europa».

Uno dei nodi ancora irrisolti riguarda il finanziamento del prolungamento dell’antemurale, necessario al completamento della Darsena Mare Nostrum e del piano regolatore portuale, per cui servirebbero ancora circa 45 milioni di euro. C’è la possibilità che il Governo intervenga per reperire ed assegnare a Civitavecchia queste risorse?

«Come per tutte le opere pubbliche, l'incremento dei costi, dovuto all'aumento dei materiali e all'inflazione, ha fatto lievitare il costo complessivo del progetto. Dei 69 milioni previsti in origine, 60 sono stati coperti dal Pnrr. Il Mit è sul pezzo per garantire il completamento dell'opera a vantaggio dello sviluppo del porto».

Civitavecchia punta a sviluppare anche il settore della cantieristica, sfruttando il suo primato nelle crociere. Crede che possa diventare un polo strategico per il refitting navale, non solo per i megayacht, ma anche per altre tipologie di navi, coinvolgendo quindi il principale player del settore, ovvero Fincantieri?

«L’insediamento di alcune aziende leader per la costruzione e la manutenzione di yacht di lusso è un segnale concreto. L’apertura a nuovi segmenti come il refitting navale per i megayacht, ma anche per altre tipologie di navi, rappresenta un’opportunità importante. La nuova governance dell’Autorità di sistema dovrà cogliere queste opportunità per ampliare e diversificare le attività del porto. La riforma in corso ha l'obiettivo di rendere il comparto più competitivo, semplificando la burocrazia e favorendo investimenti rapidi e mirati. Oggi, il sistema amministrativo è troppo rigido e ostacola progetti per innovazione e il potenziamento delle opere. Con la riforma, si punta a superare questi ostacoli per rafforzare la presenza dei nostri porti anche in scenari internazionali».

Negli anni, Civitavecchia ha consolidato la sua leadership nel comparto crocieristico grazie a un forte lavoro di squadra. Ritiene che il modello Civitavecchia possa essere replicato in altri scali? E quanto le crociere possono ancora incidere sulla crescita economica del territorio?

«Ogni modello virtuoso può essere replicato altrove, ma sono convinto che ogni porto deve sviluppare una strategia su misura. Le Autorità di sistema devono tenere conto delle caratteristiche e vocazioni specifiche. È fondamentale ottimizzare l'uso delle risorse pubbliche per massimizzare l'impatto economico degli interventi. Le crociere continueranno a essere un importante volano di crescita per il territorio, grazie all'indotto che generano e alla capacità di attrarre nuovi investitori».

La riforma della governance portuale è attesa da tempo. A che punto siamo? Quali sono i cardini principali su cui si baserà il nuovo assetto?

«La riforma punta a creare, in particolare, una struttura in grado di coordinare efficacemente gli investimenti, valorizzando le specificità delle Autorità portuali. Le scelte dovranno essere fatte considerando le esigenze locali, ma con una visione unitaria a livello nazionale. La struttura guiderà gli investimenti, garantendo realizzazioni efficienti e rapide, per rendere la logistica sempre più performante. L’Italia deve diventare l’hub di riferimento, con una logistica moderna e dinamica, in grado di attrarre risorse per un futuro senza ritardi, né indecisioni».

Per quanto riguarda le nomine ai vertici delle Autorità di Sistema Portuale, si è chiusa la seconda tornata di candidature. Che tempi si possono prevedere? Si procederà con un unico blocco di nomine o con un iter scaglionato?

«Le nomine dei presidenti arriveranno a breve. È fondamentale che queste scelte siano fatte in sintonia col Parlamento e con i presidenti delle regioni interessate, per garantire una piena collaborazione istituzionale e un allineamento con le esigenze locali. I nuovi presidenti avranno competenza, visione strategica e capacità di lavorare in sinergia con le istituzioni per rafforzare la competitività e l'efficienza dei nostri porti, promuovendo una crescita sostenibile e al passo coi tempi».

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