I XXVI Giochi Olimpici furono definiti come i “Coca-Cola Games”. Questo perché con il programma sponsor TOP III, ideato da Samaranch, storico presidente del CIO, si erano fatti entrare nella famiglia Olimpica le multinazionali più note a livello mondiale, prime fra tutte la Coca-Cola. Istituendo poi il quartier generale dell’organizzazione Olimpica all’interno della sede dell’azienda della bevanda gassata, si portò a compimento quello che il barone De Coubertin, fondatore del CIO e autore della rinascita delle Olimpiadi, non avrebbe mai pensato: dare potere al denaro ai Giochi Olimpici. L’edizione di Atlanta 1996 rappresentò il trionfo della commercializzazione, ma anche della disorganizzazione. Il tifo esagerato, per lo più per gli atleti americani, le pubblicità che interrompevano la visione in tv delle gare, le migliaia di volontari non adeguatamente preparati, resero l’Olimpiade un’edizione sicuramente unica, anche nella spettacolarizzazione degli eventi. Si pensi all’emblema dell’Olimpiade di Atlanta: Muhammad Alì, l’ultimo tedoforo che accese la fiaccola Olimpica nello stadio, senza timore di sfoggiare al mondo la sua malattia, il morbo di Parkinson, che lo stava letteralmente divorando. Proprio ad Atlanta gli fu riconsegnata una copia della medaglia d’oro di Roma 1960 che gettò per protesta nel fiume Ohio al ritorno negli States, dopo che un ristorante non lo fece entrare per il colore della sua pelle.Il CIO, sotto il punto di vista geopolitico, in quegli anni firmò alcuni trattati. Quello con l’ONU fu il più importante. Già a Barcellona 1992, la collaborazione con l’ONU aveva portato all’istituzione della “tregua olimpica” con la possibilità di far gareggiare individualmente gli atleti jugoslavi. Con Atlanta 1996 l’ONU rafforzò l’ideale olimpico con risoluzioni fondate sulla osservanza della tregua già l’anno precedente l’edizione. Proprio alle Olimpiadi invernali di Lillehammer 1994 fu lanciata la prima tregua olimpica in cooperazione tra CIO e ONU. Altro evento storico ai Giochi americani fu l’esordio di 12 stati sovrani provenienti dalla disgregazione dell’Unione Sovietica: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Russia, Tagikistan, Turkmenistan, Ucraina e Uzbekistan. Si può notare come in tre edizioni cambiò totalmente il panorama geopolitico e sportivo di gran parte dei paesi dell’est. A Seoul 1988 nel medagliere vi era l’URSS; a Barcellona 1992 il CSI (Comunità degli Stati Indipendenti) e ad Atlanta 1996 la “sola” Russia occupò il secondo posto dopo gli imprendibili americani. Note dolenti dell’Olimpiade americana si riscontrarono nella cronaca nera. Se dopo il tragico attentato di Monaco 1972 la sicurezza della manifestazione era diventato un pallino fisso per il CIO e per i comitati organizzatori, questo non permise comunque di fermare un attentatore. La mattina del 27 luglio, infatti, esplose una bomba contenuta in uno zaino lasciato all’Olympic Centennial Park che causò la morte di 2 persone e il ferimento di altre.Solo sette anni dopo la polizia arrestò per l’attentato un fondamentalista cristiano, Eric Rudolph, contrario alla politica in favore dell’aborto dell’amministrazione Clinton.
A cura di Damiano Lestingi
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