ALESSIO ALESSI

L'ultimo tango lo ha ballato nella sua Civitavecchia, precisamente alla Marina, di fronte alla sua gente accorsa numerosa per omaggiare una carriera vissuta da protagonista.
Emiliano Marsili ha letteralmente danzato per dieci riprese, come solo lui ha dimostrato di saper fare in ventuno lunghe stagioni di professionismo.
Uno stile unico, continuamente in movimento, con una velocità e una scelta di tempo che lo hanno sempre contraddistinto e distinto da tutti gli altri pugili.
Un talento, coltivato e accresciuto col sudore quotidiano, che gli ha regalato enormi successi e lo ha incontrato re d'Italia, d'Europa e del mondo IBO, nonché vice campione iridato WBC.
Un lavoratore del porto, un marito e un padre; la classica persona della porta accanto, ma con una determinazione che lo ha fatto entrare di diritto nella storia della nobile arte.
La classe non è acqua e allora ecco che anche nella sua ultima apparizione, che rischiava di diventare una semplice formalità, Emiliano Marsili ha saputo stupire tutti mettendo in piedi un match di tutto rispetto vinto con merito ai punti.
Chi si aspettava un Eber Tobar semplice astante si sbagliava di grosso. Il colombiano, seppur non un talento assoluto, ha comunque provato a mettere colpi, ma il Tizzo ha dimostrato che a quarantotto anni la sua preparazione è stata ancora una volta impeccabile.
Commosso, a fine incontro, ha fatto capire che la boxe gli mancherà, ma che il fisico alla soglia dei cinquanta ha detto "basta".

«Dispiace pensare che non proverò più queste emozioni».
Con l'addio di Marsili il pugilato italiano perde un grande campione, l'ultimo in attività della scuola civitavecchiese.
Nella conferenza stampa pre match, però, il Tizzo aveva dichiarato che ora, insieme al maestro Mario Massai, compagno di "mille avventure", si dedicherà all'insegnamento; e allora non resta che aspettare il prossimo talento.
Intanto è doveroso un "Grazie Emiliano".