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La gioia dei giocatori viola (Foto pagina Facebook ACF Fiorentina)
QUI FIORENTINA-CELJE (CONFERENCE LEAGUE). La Fiorentina prosegue il suo cammino in Europa. Grazie al pareggio per 2-2 al Franchi contro gli sloveni del Celje, la squadra di Palladino si qualifica per le semifinali di Conference League. Una partita sofferta più del previsto, con i viola che passano grazie al 2-1 ottenuto all’andata in Slovenia. Si è giocato sotto una fastidiosa pioggia battente al Franchi. Prima frazione tutto sommato divertente, con la Fiorentina che crea diverse occasioni prima di passare in vantaggio al 37’ grazie ad un destro preciso di Mandragora su invito di Pongracic. Ospiti a loro volta pericolosi, con De Gea che ha salvato alla grande su Seslar al 24’ e su Delaurier-Chaubet al 40’. Nella ripresa la Fiorentina si complica la vita da sola concedendo al Celje subito il gol del pareggio firmato da Matko al 54’, bravo ad eludere la difesa viola e a battere De Gea con destro rasoterra nell’angolino. La gara diventa nervosa, con i viola che faticano a reagire tanto che al 65’ arriva anche il 2-1 degli sloveni con un colpo di testa di Nemanic. La paura per la Fiorentina e i suoi tifosi per fortuna dura poco, al 69’ ci pensa infatti il solito Kean a togliere le castagne dal fuoco firmando il gol del 2-2 con uno splendido destro a giro sul secondo palo da posizione defilata. Rete convalidata solo dopo un lungo check del Var per valutare la posizione dell’attaccante viola. Al 77’ il capitano Ranieri trova anche il 3-2 in mischia, ma arbitro a Var annullano per fuorigioco. Nel finale arbitri e Var annullano un altro gol per fuorigioco alla Fiorentina, questa volta a Kean. Ma poco male, la Viola anche con il 2-2 vola in semifinale di Conference.
QUI LAZIO-BODO GLIMT (EUROPA LEAGUE). L’altalena di emozioni dell’Olimpico lascia a terra la Lazio e proietta in alto, fin dove mai nessuna squadra norvegese si era mai spinta, il Bodo Glimt, che centra una storica semifinale in una competizione europea battendo i biancocelesti ai tiri di rigore. Il 3-1 di Roma racchiude una lunga serie di rimpianti per i biancocelesti, che salutano l’Europa League e una possibile semifinale con il Tottenham nel modo peggiore possibile: avanti dopo venti minuti con una magia di tacco di Castellanos, i biancocelesti hanno sprecato più di un’occasione acciuffando comunque il 2-0, che è valso un supplementare ormai insperato, in pieno recupero con la zampata di Noslin. A quel punto, con l’inerzia decisamente dalla parte dei padroni di casa, la squadra di Baroni ha trovato il tris con Dia. Ma nel quarto d’ora finale ha subito il ritorno degli ospiti, mai arrendevoli, che in avvio secondo tempo supplementare hanno trovato la rete della speranza con la zuccata di Helmersen. Di fatto il gol qualificazione, perché alla lotteria dei rigori la Lazio ha accusato tutte le fatiche fisiche e mentali di una rimonta dispendiosa sbagliando dal dischetto con Tchaouna, Noslin e Castellanos. Ci si aspetta un Bodo guardingo e coperto in avvio di gara, eppure i norvegesi stupiscono con una partenza sprint che mette in difficoltà la Lazio, schierata da Baroni con i titolarissimi, con Castellanos al centro dell’attacco e Pedro preferito a Dia. Dopo i tentennamenti iniziali Zaccagni e compagni prendono in mano le redini del gioco, e proprio il numero dieci biancoceleste su invito dello stesso Pedro manda a lato da buona posizione. Passano dieci minuti e i padroni di casa raddoppiano: giocata personale sul fondo di Isaksen e cross in mezzo che viene raccolto da Castellanos, che di tacco insacca e fa esplodere di gioia l’Olimpico. Sulle ali dell’entusiasmo la Lazio spinge, ma Castellanos e Pedro non trovano la porta da fuori. Il Bodo Glimt è alle corde, ma la Lazio difetta di precisione e lucidità. Prima dell’intervallo occasionissima ancora per Zaccagni, che di testa incorna bene ma spedisce la palla sulla traversa. La risposta dalla parte opposta è affidata a una punizione velenosa di Berg respinta dall’attento Mandas. I ragazzi di Baroni escono dagli spogliatoi con il piglio giusto, mettendo pressione agli ospiti, sempre schiacciati nella loro metà campo e incapaci di ripartire. Isaksen è il più ispirato, ma è ancora Zaccagni a sfiorare il 2-0 con un tiro a colpo sicuro bloccato da Haikin. La Lazio, inevitabilmente, si sbilancia, e il Bodo comincia a uscire di tanto in tanto creando una opportunità nitida in contropiede con Hogh, che spara addosso a Mandas su invito di Hauge. Baroni cerca di dare freschezza alla sua squadra inserendo Nuno Tavares e Dia, ma è ancora Zaccagni a sfidare Haikin con una punizione velenosa respinta dal portiere. La partita offre pochi brividi, ma nel recupero succede di tutto: Helmersen da due passi sbaglia il più comodo dei tapin mancando il colpo del ko, ed è un errore che costa caro perché sul fronte opposto, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, la spizzata sul secondo palo di Romagnoli viene raccolta da Noslin, che da zero metri rimette in equilibrio il discorso qualificazione. Non è finita, perché al 50’ ancora lo scatenato Hauge spaventa l’intero Olimpico con una conclusione che finisce sull’esterno della rete. La sfida prosegue dunque ai supplementari dove la Lazio, pur perdendo per l’ennesimo infortunio muscolare Nuno Taveres, può contare sulla maggiore freschezza a livello tecnico e mentale, forte del 2-0 acciuffato a tempo scaduto. Non è caso dunque che i padroni di casa trovino dopo dieci minuti la rete del 3-0, sull’iniziativa personale di Guendouzi che sfugge a un paio di difensori e mette in mezzo un cioccolatino per il colpo di testa vincente di Dia. I biancocelesti sembrano in controllo, ma hanno il demerito di abbassare eccessivamente il livello di tensione e i ritmi in campo. I norvegesi, pur in apnea, non aspettano altro e in avvio di secondo tempo supplementare, dopo un batti e ribatti in area, firmano il 3-1 con la zuccata di Helmersen che piega i guantoni di Mandas e finisce in rete. La Lazio torna ad attaccare, ma senza troppa convinzione, e produce giusto una conclusione di Dia controllata da Haikin. Il match prosegue così ai calci di rigore, una fiera degli orrori dagli undici metri che alla fine costa cara ai padroni di casa, ’traditì, dopo il primo errore di Tchaouna, dagli attaccanti Noslin e Castellanos. Che potevano essere gli eroi di una notte magica e che invece condannano la Lazio a un’amara eliminazione.
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