CIVITAVECCHIA – Goletta verde ha fatto tappa, questa mattina, a Civitavecchia in un momento quanto mai cruciale per il futuro della città e del territorio. La storica campagna di Legambiente in difesa del mare e delle coste italiane oggi ha toccato il porto di Civitavecchia dove si è tenuto l’incontro “Transizione ecologica: dal carbone al vento, quale futuro per Civitavecchia” organizzato a bordo dell’imbarcazione.

Tra i presenti Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, Laura Brambilla, portavoce di Goletta Verde, Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio, Katiuscia Eroe, responsabile energia Legambiente, Cristiana Di Torrice Responsabile Affari Istituzionali Area Tirreno- Adriatica Enel, Marco Piendibene, Sindaco di Civitavecchia, Ernesto Cesarini consigliere comunale di Tarquinia e C.V. (CP) Giannino Dimartino della Direzione marittima del Lazio.

Legambiente da Civitavecchia ha lanciato «un messaggio forte – come spiegano dall’associazione – e chiaro: il futuro energetico della città deve essere rinnovabile. Si acceleri lo sviluppo e la realizzazione di nuovi impianti a fonti pulite, a partire dall’eolico offshore. Per l’associazione ambientalista anche nel Lazio lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili possono giocare un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di phase out del carbone, a partire dall'eolico offshore; ma affinché ciò avvenga è fondamentale che la Regione, ancora a forte trazione fossile, metta in campo un deciso cambiamento del sistema energetico virando a favore delle fonti pulite e dell’eolico offshore. L’ok arrivato al progetto dell’eolico offshore a largo di Civitavecchia, con il via libera alla procedibilità dell’Istanza di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), rappresenta un primo segnale ma bisogna accelerare per evitare tempi biblici come accaduto per l’eolico off-shore di Taranto».

Come ha spiegato Di Torrice Enel ha previsto oltre 3 miliardi di investimento sulle rinnovabili e anche sul territorio ha progetti importanti. Su Civitavecchia, per quanto riguarda lo stoccaggio energetico, nell’impianto di Tvn è presente una batteria BESS. Il «focus di Enel – ha aggiunto – è sulla produzione di energia da rinnovabili. Abbiom idea di un progetto fotovoltaico all'interno della centrale». Parallelamente il colosso energetico sta dialogando con le azienda per «accompagnarle a partecipare anche ad altre progettualità, stimolarle a diversificarsi. C’è un secondo ambito di attività, l’interlocuzione con aziende terze che possano essere interessate a sviluppare attività nell'area della centrale che immaginiamo come un polo energetico integrato». Enel si è anche detta disponibile per ragionare sulle opportunità legate all’eolico offshore che possono esserci rispetto al sito della centrale.

Piendibene ha ribadito la volontà dell’amministrazione di accompagnare Civitavecchia verso una virata dello sviluppo, le batterie possono essere un buon modo per far sì che si possa rinunciare gradualmente anche al gas. C’è poi l’eolico offshore e «Civitavecchia lo deve perseguire per fare in modo che la città diventi hub per cui da qui vengano sviluppati e assemblati altri progetti fare in modo che il porto di Civitavecchia possa essere leader nel settore». Piendibene si è poi rivolto alla rappresentante Enel ricordando il suo netto no alla centrale a carbone, espresso anche in consiglio comunale: «Apprezzo che stiate cambiando rotta, da un lato avete creato lavoro ma avete fatto anche danno è chiaro che dobbiamo ragionare su un patto con il territorio che diventi anche il rimarginare di una ferita ancora aperta, un qualcosa che dobbiamo fare insieme. Dobbiamo fare in modo di pensare anche al bilancio del comune» che dal 2026 non potrà più beneficiare dei 7 milioni Enel. «Dobbiamo creare una pax che è utile a tutti. Questo è un territorio baciato da Dio, credo molto che si possa sviluppare anche il turismo, valorizzando le ricchezze naturali e archeologiche, ben venga anche l’aiuto di Legambiente».

«L’uscita dal carbone entro gennaio 2026, confermata anche nell’ultimo aggiornamento del PNIEC, appena inviato a Bruxelles dal governo, è sicuramente un’ottima notizia per tutto il Paese, compresa la Regione Lazio – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. La costa a nord della Regione deve trasformarsi con urgenza da uno dei poli energetici nazionali più impattanti sul clima a luogo privilegiato dell’innovazione e della produzione di elettricità da fonti pulite, con cui si può rispondere anche alle preoccupazioni delle lavoratrici e dei lavoratori delle centrali termoelettriche, le cui competenze saranno utili anche nel nuovo scenario energetico locale. É quanto ci auguriamo anche per altri tratti di costa italiani, come in Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, che sono da decenni sede di grandi centrali a fonti fossili e che possono sfruttare al meglio le professionalità e le infrastrutture elettriche già presenti per la futura produzione offshore di energia dal vento. Civitavecchia è un laboratorio che noi racconteremo come esempio da seguire».

«La realizzazione di un parco eolico off-shore davanti alle coste della Regione è un passo da compiere senza indugi – dichiara Roberto Scacchi, Presidente di Legambiente Lazio, che ha anche sottolineato come si stia lavorando alla creazione di un comitato locale di Legambiente – Questa soluzione tecnologica rappresenta un’opportunità per la riqualificazione ambientale del territorio, la creazione di nuovi posti di lavoro, anche in ambito portuale, e la mitigazione dei cambiamenti climatici: risultati che possono essere raggiunti attraverso un impegno sinergico tra cittadinanza, amministrazioni locali, imprese e associazioni. Non solo, la questione risulta ancora più urgente se si pensa che la centrale di Torrevaldaliga Nord ha vantato per anni il triste primato italiano di anidride carbonica sprigionata, con oltre 8 milioni di tonnellate annue; e in tal senso va nella giusta direzione quanto abbiamo ascoltato a bordo da Enel, dall’amministrazione di Tarquinia e ancor di più dal neosindaco di Civitavecchia, con il quale ci mettiamo a disposizione per correre verso la transizione energetica. Anche il Lazio deve fare la sua parte, visto che si tratta di una Regione che negli ultimi 14 anni è stata colpita da oltre 180 eventi climatici estremi e che ha quindi la necessità e l’urgenza di riguardare il più presto possibile non solo alle politiche energetiche ma anche a quelle di mitigazione e adattamento».

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