Sul romantico quanto imbarazzante tentativo dell’assessore Dimitri Vitali di argomentare i ritardi sulla discussione della delibera necessaria a dare il via al progetto di riqualificazione della Frasca, si gioca quel che resta dell’amministrazione Tedesco.

A prima vista, la difesa dell’assessore leghista delle casette dove rimirare il tramonto, suonare una canzone e darsi un bacio, è parsa come la sortita di chi vuole ad ogni costo difendere la propria squadra di governo, senza avere argomenti per spiegare perché il Comune dovrebbe rinunciare ad un progetto di oltre 3 milioni di euro, totalmente a carico dell’Autorità di Sistema Portuale, che oltre a costituire una prescrizione ambientale consentirebbe anche di riqualificare quello splendido tratto di costa, semplicemente spostando di qualche metro all’interno le predette casette (che, va chiarito, non sono di proprietà di nessuno, trattandosi di aree del demanio marittimo date in concessione).

In realtà, la questione è diventata un tabù per la maggioranza, con il sindaco regolarmente in fuga quando se ne parla in Consiglio e Vitali che si erge a difensore dell’indifendibile, senza poi incassare analoga solidarietà quando in ballo ci sono sue proposte di delibera.

Anzi. E’ quanto accaduto sull’atto di indirizzo portato in giunta per revocare la revoca della variante 29 e recuperare i piani integrati che vennero stoppati nell’ultimo consiglio comunale dell’amministrazione Cozzolino.

La discussione dell’atto in giunta è stata sospesa a seguito di quello che sarebbe stato un vero e proprio “veto” posto da uno o più colleghi di Vitali, di fronte al quale il Sindaco non ha potuto che, intanto, congelare l’atto di indirizzo.

Stessa musica sullo spostamento della ruota panoramica.

Con tanto - secondo radio Pincio - di discussione a dir poco accesa con un dirigente comunale e addirittura mal di pancia conclamati da tutto il gotha della Lista Mecozzi, pardon Tedesco, che sempre più spesso alza la voce per prendere le distanze dal Sindaco, pur essendo la principale forza della maggioranza, in termini numerici e di potere.

Mentre la poltrona di Monica Picca, che nel frattempo ha iniziato il suo lavoro da assessore a Fiumicino (comune ancora più grande di Civitavecchia e che non richiede certo un impegno inferiore), è anch’essa congelata per l’evidente difficoltà di nominarne il successore senza compromettere equilibri già precari, c’è chi pensa che il sesto rimpasto, dovendo anagraficamente riguardare una donna, possa in realtà essere una questione di coppia: con la poltrona di Vitali sempre più traballante, non è da escludere che possa essere proposto ad Elisa Pepe di prendere il posto di Monica Picca, richiamando in giunta Sandro De Paolis al posto di Vitali.

Fantapolitica da ombrellone?

Può darsi, ma con questa amministrazione se ne sono già viste talmente tante, che... mai dire mai.

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