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Il concetto è semplice: i 700 euro mensili di fondi regionali che vengono erogati come contributo di cura alla persona con disabilità gravissima verranno trasformati in acquisto di servizi professionali. «È il piano nazionale della non autosufficienza che lo impone», secondo quanto riferisce l’assessore regionale Massimiliano Maselli, mentre per l’associazione Luca Coscioni significa «gettare le famiglie in drammatiche difficoltà». Sul tema è botta a risposta tra i due soggetti.
L’associazione dice che le è stato riportato da alcune famiglie di beneficiari “in particolar modo della Asl di Viterbo, Asl VT-A, che i fondi regionali mensili di 700 euro, non saranno più disponibili come contributo di cura erogato alla persona con disabilità gravissima, ma solo attraverso l’intervento di cooperative o l’assunzione di personale qualificato. Questa delibera regionale, lasciata in sonno dal dicembre 2021, senza nessuna applicazione e preparazione, è stata comunicata come esecutiva alle famiglie dal mese di luglio, dunque improvvisamente attivata. La normativa in questione impone, peraltro, che il personale assunto abbia almeno cinque anni di esperienza. È evidente come la somma, con queste nuove regole, non sia sufficiente a soddisfare le esigenze quotidiane e urgenti delle famiglie, e al tempo stesso a coprire le spese relative a un operatore qualificato se non per poche ore settimanali”.
Secondo Rocco Berardo, coordinatore delle iniziative per i diritti delle persone con disabilità dell’associazione Coscioni, «applicare in questo modo le riforme, vuol dire gettare le famiglie in drammatiche difficoltà, come se non bastassero quelle che devono vivere quotidianamente le persone con disabilità gravissime. Ci rivolgiamo alla giunta regionale e in primis al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca affinché intervenga con urgenza, e chiediamo che le persone con disabilità gravissime e i loro caregiver possano liberamente scegliere se ottenere un supporto domiciliare diretto o un supporto economico, come avvenuto finora, e che qualsiasi cambiamento non cali come una mannaia da un giorno a un altro lasciando le famiglie delle persone disabili senza nessuna preparazione». Rocco Berardo ricorda che «la persona con disabilità può anche autogestire il budget con l’obbligo di rendicontare secondo quanto preventivamente previsto nel progetto, nel rispetto delle modalità, dei tempi, dei criteri e degli obblighi di comunicazione».
Immediata la replica dell’assessore regionale all’inclusione sociale e ai servizi alla persona Massimiliano Maselli.
«Il comunicato stampa rilasciato nelle scorse ore dall’Associazione Luca Coscioni riporta delle informazioni sbagliate, che rischiano di alimentare un ingiustificato allarme tra le famiglie degli utenti in condizioni di disabilità gravissima del distretto sociosanitario di Viterbo (VT A). Il Piano Nazionale della Non autosufficienza 2022 - 2024 prevede che, in tutte le regioni, si proceda ad una progressiva trasformazione dei contributi economici erogati alle persone con disabilità in acquisto di servizi professionali».
Massimiliano Maselli rimarca che «nel Piano regionale è previsto che questa trasformazione avvenga in modo graduale (con un incremento dei servizi del 10% ogni anno), e inizialmente solamente per gli anziani (over 65 anni) con elevato bisogno assistenziale. Questa graduale introduzione dei servizi acquistati da operatori professionali riguarderà inizialmente solamente i nuovi utenti, presi in carico per la prima volta, e non gli utenti in continuità assistenziale. La Regione Lazio ha già preso contatto con il distretto interessato per tranquillizzare gli utenti - dice l’assessore - Nei prossimi giorni, si incontreranno i rispettivi uffici per concordare le modalità puntuali di come attuare correttamente le nuove disposizioni previste dal piano».