Nuove opere, recupero dell'esistente, risoluzione di vicende urbanistiche annose. Al centro l’assessorato guidato da Emanuele Aronne. L’architetto, professionista prestato alla politica, ha sintetizzato per il nostro giornale l’operato di questi primi due anni di mandato amministrativo.

Pnrr e Fesr. Tra tanti interventi messi a terra, quali sono i più incisivi per disegnare la Viterbo del futuro?

«I più incisivi, finanziati dal Pnrr e dal Fesr, sono quelli legati alla riqualificazione urbana e alla sostenibilità ambientale. Tra quelli messi a terra certamente la Passeggiata attorno alle Mura e quelli riguardanti gli impianti sportivi comunali e, tra quelli finanziati, il restauro di immobili storici del centro. Stiamo lavorando alla riqualificazione degli spazi verdi e alla ristrutturazione di edifici storici che, non solo preservano il nostro patrimonio culturale, ma migliorano anche la qualità della vita dei cittadini».

Piano del traffico, quello sul recupero del centro storico e quello sulla mobilità sostenibile. Su quest'ultimo si accentrano i timori dei cittadini che lo ritengono preludio alla pedonalizzazione totale del centro.

«Il nostro obiettivo è promuovere una mobilità sostenibile per migliorare la qualità dell’aria, ridurre il traffico e migliorare la qualità della vita. Non si tratta di una pedonalizzazione totale, ma di un piano equilibrato che tenga conto delle esigenze di tutti, inclusi i residenti e i commercianti del centro. Pianificare non significa limitare. Certamente la totale assenza di pianificazione ha generato criticità che vanno affrontate in un’ottica di interesse collettivo».

Capitolo regolamenti: il varo di nuovi, vedi quello della monetizzazione, e altri aggiornati. I più significativi per l'amministrazione e per i cittadini?

«Il regolamento della Monetizzazione degli standard urbanistici, numeri alla mano, è stato un successo. Dopo un anno c’è stato quasi il triplo delle richieste da noi preventivate, segno tangibile che ci fosse un chiaro vuoto normativo. Si tratta di un regolamento presente in tutte le città, non nella nostra per un vulnus del piano regolatore, datato 1979. Il regolamento sugli impianti sportivi ci sta consentendo di rimettere ordine alla gestione di tutte le strutture, alcune delle quali addirittura non risultanti di proprietà comunale. Il regolamento Dehors permetterà finalmente di dare ordine ad una disciplina fino ad oggi poco considerata. Sono regolamenti fondamentali per garantire uno sviluppo urbano sostenibile e una gestione efficiente delle risorse. Per i cittadini, questi cambiamenti si traducono in una maggiore trasparenza e in servizi più efficaci e puntuali anche se, per qualcuno, in un primo momento possono sembrare una limitazione».

Diverse questioni annose, alcune in odore di ricorso al Tar, si avviano a risoluzione. Lei è uno che spulcia nei cassetti degli uffici, emergerà qualche altro “scheletro” dagli armadi?

«Non escludo che possano emergere altre problematiche, ma il nostro obiettivo è affrontarle con determinazione e chiarezza per il bene della comunità. Ce ne sono già talmente tante di situazioni irrisolte da anni/decenni che, qualora ne uscissero altre, non potremmo che metterle in coda e sperare che si riesca a dipanare la matassa. Dover lavorare su questioni vecchie non aiuta certo a fare programmazione. Che poi per qualcuno risolvere una situazione come Colleverde sia una cosa di routine francamente fa sorridere, verrebbe da chiedersi perché non sia stato fatto prima».

Quale dei tanti progetti in campo secondo lei è il più rilevante?

«Il più rilevante ritengo sia il piano di recupero del centro storico. Perché ha un impatto trasversale, migliorando l'attrattività turistica, valorizzando il patrimonio culturale e offrendo nuove opportunità economiche ai nostri cittadini. E’ un piano che guarda al futuro, ma che parte dalle radici storiche di Viterbo. Contestualmente contribuirà a rilanciare l’immagine e la funzionalità del centro della città».

Come assessore sempre in prima linea è stato spesso bersaglio di contestazioni, come reagisce?

«Le contestazioni fanno parte del ruolo di un assessore. Ogni critica costruttiva è un’opportunità per migliorare. Ascolto sempre con attenzione le preoccupazioni dei cittadini e cerco di spiegare le nostre scelte in modo chiaro e trasparente. Il dialogo è fondamentale per costruire una città migliore, e sono sempre disponibile. Quando però la critica diventa polemica sterile o a prescindere allora, semplicemente, non la considero. Soprattutto se va sul personale. Molti cittadini, con i dovuti modi, si sono approcciati con proposte di soluzione spesso interessanti e quindi inserite nella programmazione. La differenza fondamentale è la motivazione della contestazione. Compresa quella si agisce di conseguenza».