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Un piano operativo per la valorizzazione delle feste delle grandi Macchine a spalla, riconosciute dall’Unesco come patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Una Rete di cui fa parte il Trasporto della Macchina di Santa Rosa, insieme ai Gigli di Nola, alla Varia di Palmi e alla Faradda dei Candelieri di Sassari. Era il 4 dicembre 2013 quando da Baku, in Azerbaijan, arrivò la notizia del riconoscimento da parte dell'agenzia dell’Onu che promuove la costruzione della pace attraverso la cooperazione internazionale in materia di istruzione, scienza e cultura. Due anni fa, in occasione del decennale del riconoscimento, con una mostra itinerante che ha toccato varie città italiane europee e del Medio Oriente, le grandi strutture votive divennero le Macchine di pace, ambasciatrici di speranza tra i popoli. Il piano operativo di dettaglio, approvato in questi giorni dall’amministrazione Frontini relativo alle prospettive di Rete per il decimo compleanno della “certificazione” Unesco, prevede di redigere un progetto per attuare una serie di iniziative finalizzate a valorizzare le esperienze della Rete delle grandi Macchine a spalla. 100mila euro l’importo totale del progetto, per il quale era stato richiesto un finanziamento al ministero della Cultura di 90mila. Risorse che il Mic ha concesso al comune di Viterbo in qualità di soggetto referente del piano presentato per conto della Rete.
I 10mila euro “mancanti” saranno a carico delle quattro città - Viterbo, Palmi, Sassari e Nola - che contribuiranno con una quota di 2500 euro ciascuna.
La possibilità di promuovere e valorizzare le Macchine a spalla - in particolare il Trasporto del 3 settembre - e il riconoscimento Unesco che possono vantare è sicuramente una di quelle opportunità che Viterbo deve essere capace di non perdere, più che mai quest’anno vista la concomitanza con il Giubileo.