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«Implementare la mobilità pubblica e sostenibile rispetto a quella privata, decompressione dell’accesso delle auto in centro con tutela dei residenti e parcheggi interni alle mura dedicati unicamente a chi vi risiede».
Sono le linee di indirizzo, spiegate dalla sindaca Chiara Frontini in conferenza stampa, che l’amministrazione ha indicato alla società di progettazione Tps Pro, incaricata di redigere il piano urbano mobilità sostenibile (Pums) della città. Dopo la fase ricognitiva basata sulla raccolta di dati certi e parametri definiti.
«Progettazione che deve tenere conto anche delle linee guida europee» ha aggiunto Laura Montioni di Tps Pro. Evidenziando che «il piano è obbligatorio per legge per i Comuni superiori ai 100mila abitanti» la prima cittadina ha però tenuto a sottolineare che si tratta di «uno strumento strategico che si inserisce all'interno di una progettazione complessiva per rendere Viterbo più vivibile e rispettosa dell’ambiente e delle persone». Anche perché la nostra città, come emerso da un’indagine del Sole 24ore, «è il Comune con il maggior numero di auto pro capite». E nell’ottica di questa visione complessiva «rientra il risanamento di Francigena e la rete delle ciclabili». All’assessore alla Qualità degli spazi urbani Emanuele Aronne il compito di relazionare sulla road map del Pums. «Piano che realizziamo con fondi di bilancio. Stanziati 100mila euro di avanzo libero per il piano mobilità e 60mila per il piano di recupero del centro storico». Per poi rimarcare che senza il Pums «non avremmo il Fesr (fondo europeo sviluppo regionale) in cui sono previsti 2,8 milioni di euro per l’acquisto dei minibus che saranno principalmente a servizio del centro».
E, all’insegna del «traffico non si governa se non si hanno regole certe», Aronne ha illustrato gli studi che si stanno effettuando per raggiungere gli obiettivi del piano: mobilità e innovazione, rigenerazione urbana, flussi di traffico, incroci e monitoraggio sosta sia tramite conteggio sia con il metodo della targa tramite telecamere.
I dati dell’indagine, tra cui quelli relativi all’esperimento di un mese sulla rotatoria San Lazzaro, «saranno esplicitati a settembre, durante la Settimana della mobilità che si apre il 16 settembre» ha dichiarato l’assessore.
Per quanto riguarda la tempistica della Road map «si è solo all’inizio, è un percorso lungo. Oggi, dopo il primo step ricognitivo delle indagini e dei rilievi, andiamo verso la redazione del quadro conoscitivo».
Passaggi a cui seguirà una prima fase di partecipazione popolare e, dopo il piano preliminare, un secondo momento di partecipazione della città che porterà all’adozione del Pums. Poi il tempo tecnico per le osservazioni, quindi la fase delle controdeduzioni e la redazione del piano definitivo che verrà sottoposto ad approvazione.
E da ieri, anticipando le tappe di confronto pubblico, sul sito del Comune è a disposizione un questionario per i cittadini.
«Nella fase conoscitiva - ha spiegato Laura Montioni del team progettazione di Tps Pro - si raccolgono i dati e anche le percezioni della cittadinanza per conoscere le criticità della città di Viterbo da cui partire per definire le strategie». Ha quindi sottolineato che «il Pums prevede attività stimate in 10 anni per raggiungere gli obiettivi». Tempi più brevi invece per l’approvazione del piano: «Realisticamente entro un anno». L’intervento del comandante della polizia locale Mauro Vinciotti è stato incentrato sugli aspetti del Pums in termini di ambiente e sicurezza. «La mobilità sostenibile è anche sicurezza. Nel 2022 si sono registrati 8 decessi al giorno per incidenti stradali». Rimarcando l'importanza di approcciarsi in modo scientifico, Vinciotti ha aggiunto che «sarà necessario anche fare un salto culturale per rendere la città più fluida e la mobilità più sicura».