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Percorsi tattili e sensoriali, qualcosa sembra non quadrare ma l’assessore Aronne ribatte e precisa. Alcuni viterbesi hanno segnalato a La Provincia alcune presunte anomalie nei lavori Pnrr che, in questo periodo, stanno rivoluzionando il volto di Viterbo, inerentemente ad alcuni percorsi tattili creati per ciechi e ipovedenti. Nel tratto di viale Raniero Capocci davanti il nuovo parco Melvin Jones, angolo via Fratelli Rosselli e nel successivo punto all’altezza del semaforo, queste parti dei percorsi tattili sono interrotti tra un punto e l’altro, per poi finire del tutto e vanno, nel secondo caso, a impattare contro le mura storiche. La normativa di riferimento è vasta (dpr 384/78; l. 41/1986; l. 13/1989; l. 104/1992; dpr 42/2004; l. 67/2006; dm. 114/2008 e l. 18/2009) e prevede, in linee generali, la fruibilità dei luoghi per le persone con disabilità sensoriali secondo gli strumenti del contrasto cromatico, la differenziazione tattile delle superfici, la segnaletica e i messaggi vocali.
Nell’ottica di quella che è stata denominata la passeggiata ecologica lungo le mura, quindi un percorso fruibile da tutti per l’intero arco delle mura storiche, secondo alcuni lettori non si capisce come possano esserci delle interruzioni nei doverosi percorsi sensoriali posti in punti determinanti: a ridosso dell’attraversamento pedonale e nel tratto di marciapiede. Non dovrebbe esserci continuità del percorso sensoriale per permettere a ciechi e ipovedenti di svoltare, procedere lungo la linea intrapresa ed evitare, così, rischi per la propria incolumità? Questi due casi che i lettori hanno segnalato in quale categoria di interventi rientrano? Non sono palesemente precari o quantomeno incompleti? Risponde a stretto giro l’assessore alla qualità degli spazi urbani Emanuele Aronne, da sempre sensibile alla tematica delle barriere sensoriali, tanto che ha portato alla loro quasi abolizione al museo dei portici di Palazzo dei Priori ed è stato fautore e creatore delle due edizioni di “Io e te sulla stessa pedana” che, pochi giorni fa, ha fatto il punto a Viterbo su legislazione, storie di successo e prospettive per l’abbattimento urbano delle barriere architettoniche.
«Due ipotesi: o all’ufficio tecnico comunale si sono tutti impazziti come anche i progettisti – dice Aronne - e fanno un percorso per ciechi che va dritto addosso al muro o il codice dei ciechi prevede che un percorso debba andare verso un ostacolo fisso perché così il cieco non cade arrivando prima col bastone». Secca la risposta dell’assessore Emanuele Aronne che precisa anche che «se qualcuno ritiene che abbiamo fatto una cosa sbagliata sui percorsi a terra dei ciechi mi dia il suo nome e cognome e andiamo insieme, mano nella mano, all’Unione italiana ciechi, con la quale stiamo collaborando, per dirgli che è fatto male. I percorsi per ciechi devono raggiungere un ostacolo fisso e, se non lo raggiungono, hanno un tipo di segnaletica specifica».