Un programma straordinario per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie, denominato ‘Da Vetus Urbs a Modern City’. È stato il tema affrontato nell’incontro di ieri, nella sala Regia di Palazzo dei Priori, organizzato dall’assessorato alla Qualità degli spazi urbani di cui è titolare Emanuele Aronne. “Un appuntamento che si articola con una discussione tecnica su un progetto che merita di essere portato a compimento e di non finire in un cassetto”. Un riferimento al cassetto non casuale da parte dell’assessore che rimarca: «Viterbo difetta di progettazione mai approvata, con diversi piani redatti dall’ufficio tecnico e rimasti su carta». Un fenomeno che a quanto pare affligge l’amministrazione viterbese fin dai suoi albori, stando all’excursus storico che Aronne si è preso la briga di verificare e che ha portato alla luce anche un singolare aneddoto. «Nel dopoguerra il Comune di Viterbo chiese addirittura una proroga per il piano di ricostruzione». Uno scarso dinamismo che riguarda anche il piano regolatore: «Redatto nel 1974, approvato nel 1979 e ancora vigente, mai ammodernato» evidenzia. A illustrare i programmi preliminari di intervento a una platea di architetti e ingegneri, di referenti degli ordini professionali, delle associazioni di categoria, dell’Unitus, oltre ad assessori e consiglieri comunali, all’architetto Loriana Vittori, responsabile ufficio Periferie, al senatore Umberto Fusco, i quattro professionisti - Daniele Iacovone, Alessandro Panci, Antonio Latini e Michele Bianchi - che hanno lavorato ognuno su uno dei quattro quadranti in cui è stato suddiviso il territorio cittadino. «Quattro quadranti - nord, sud, est e ovest - tiene a sottolineare Aronne - a cui si deve aggiungere un quinto, quello del centro storico oggetto di un piano di recupero dedicato».

Il progetto “Da Vetus Urbs a Modern City”, nato nel 2016 all’epoca di Michelini sindaco, prevedeva la redazione degli studi preliminari dei 4 quadranti per poter poi proporre dei print (programmi integrati di iniziativa pubblica). Un’analisi poi portata in consiglio, e approvata, dall’amministrazione Frontini nel 2022 «perché si tratta di un lavoro importante e fatto bene - afferma l’assessore - e adesso passiamo alla fase successiva. È un programma che parla del Poggino fondamentalmente, di Santa Barbara che non ha avuto seguito e che adesso stiamo portando avanti noi». Il titolare dell’Urbanistica si sofferma poi sui primi interventi che si stanno eseguendo e che interessano i campi sportivi a Santa Barbara, il prolungamento dell’asse del Poggino e, sempre nell’area industriale, la realizzazione del centro ricerche e la nuova sede della Francigena. Con l’incontro di ieri «si entra - spiega - nella fase esecutiva della pianificazione urbana dei programmi integrati che, insieme al piano di recupero del centro storico e al piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche e al piano urbano per la mobilità sostenibile determinano il fatto che finalmente il comune di Viterbo torna a pianificare il proprio futuro».

Una serie di interventi già finanziati, con una linea di finanziamento del 2016, per 16 milioni di euro.

All’inizio in realtà lo stanziamento era di 24 milioni «poi non avendo dato seguito alle progettazioni - rimarca Aronne - il ministero ha stralciato una parte dei fondi. Tra quei fondi rientrava anche il progetto per l’interramento della ferrovia a piazzale Gramsci».

In apertura dei lavori, il saluto della sindaca Chiara che ha posto l’accento «sull’importanza della pianificazione urbana, uno dei pilastri nella narrazione programmatica della nostra amministrazione sul futuro della città», auspicando «un incontro proficuo per tutti e sinergia di intenti tra pubblico e privato».