«Ho ascoltato tutti con attenzione però confesso che faccio uno sforzo particolare a mantenere la calma. Avete fatto una levata di scudi infima per una cosa che per noi è stata fisiologica, dopo un periodo si monitora e si interviene sulla base dei confronti».

L’incipit della replica della sindaca Chiara Frontini alle considerazioni politiche sul rimpasto, espresse dagli esponenti dell’opposizione, danno il senso del livello di tensione raggiunto ieri in consiglio.

Seduta che era iniziata con le procedure di prassi che hanno portato all’ufficializzazione degli assessori Rosanna Giliberto e Giancarlo Martinengo, al posto dei dimissionari Silvio Franco e Vittorio Sgarbi, e all’ingresso di 3 nuovi consiglieri. Due in maggioranza - Massimiliano Urbani (Mammorappo) e Gabriele Gnignera - e uno all’opposizione - Gianluca Grancini - che prende il posto lasciato vacante da Antonella Sberna. Fin qui assise tranquilla, poi gli interventi dei gruppi di minoranza hanno fatto surriscaldare il clima.

Il rimpasto per Luisa Ciambella di Per il Bene Comune «è la testimonianza plastica che più di qualcosa non ha funzionato, la narrazione della sindaca sulle promesse di trasformazione, non funziona». In particolare però nel mirino degli esponenti dell’opposizione che sono intervenuti è finita l’assessora Patrizia Notaristefano. «Un’assessora ‘sfiduciata’ sui Servizi sociali ora dati alla Giliberto» ha rimarcato il capogruppo Pd Alvaro Ricci che poi incalza: «Adesso le è stato dato un assessorato di cui non si vede l’utilità e che sembra il residuato di altri assessorati».

Dello stesso tenore l'intervento del meloniano Matteo Achilli che ha invitato Notaristefano a dimettersi perché «in due anni ai Servizi sociali, la delega più pesante, è costata al Comune 120mila euro».

Anche Ciambella ha criticato l’operato dell’assessora nel settore delle Politiche sociali ed evidenziato come le nuove deleghe conferite a Notaristefano «dalla giunta del cambiamento siano un’operazione politica da prima repubblica».

E Laura Allegrini, capogruppo di Fratelli d’Italia, rivolgendosi ai due nuovi assessori li mette in guardia. «Martinengo sappia che è seduto su una polveriera, non solo per quanto riguarda rifiuti e verde pubblico ma anche patrimonio. E Giliberto prende in mano un assessorato Servizi sociali agonizzante».

Poi ha suggerito alla prima cittadina di farsi «un esame di coscienza per capire se questo rimpasto può davvero servire a recuperare una situazione drammatica».

La sindaca Frontini nella sua replica, oltre a puntualizzare che «nel nostro programma era già prevista una valutazione a metà mandato», ha difeso le deleghe affidate ora alla Notaristefano. «Non sono deleghe al nulla, sono invece chiavi di lettura della strategia della città. Sono deleghe di visione e di sviluppo per Viterbo». Poi è passata al contrattacco e a chi aveva parlato di «rimpasto che sa di vecchia politica, di prima repubblica» ha replicato seccamente: «Noi la politica la stiamo cambiando. Le amministrazioni precedenti di rimpasti nei loro mandati ne hanno fatto diversi».

Frase che ha provocato un boato di dure contestazioni da parte della minoranza. A sciogliere la tensione l’intervento del consigliere Umberto Di Fusco che ha annunciato il nuovo capogruppo di maggioranza: Melania Perazzini. La consigliera, ringraziando il gruppo che le ha dato fiducia, ha espresso «l’impegno a lavorare con massima dedizione e grande senso di responsabilità»