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OSTIA – L’incendio divampato nella notte tra il 19 e il 20 febbraio al Faber Village ha riportato alla luce i timori mai sopiti dei residenti: il rischio che l’abbandono prolungato della struttura, un tempo simbolo della movida lidense, possa riaprire la porta agli appetiti della criminalità organizzata.
Il rogo, scoppiato poco dopo la mezzanotte sul lungomare Paolo Toscanelli, ha generato una colonna di fumo ben visibile anche a distanza, destando preoccupazione tra gli abitanti della zona. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco, che hanno domato le fiamme, e gli agenti della Polizia di Stato, chiamati ora a indagare sulle cause dell’incendio.
«La colonna di fumo si è alzata nel giro di dieci minuti» ha raccontato una testimone, sottolineando la rapidità con cui il fuoco si è propagato. Al momento non si esclude nessuna ipotesi, dall’incidente al gesto doloso. Tuttavia, il passato dell’edificio, unito al degrado in cui versava da tempo, alimenta dubbi e sospetti.
Da simbolo di svago a terra di nessuno: così è morto il Faber Village
Un tempo luogo di ritrovo della gioventù romana e lidense, il Faber Village era finito nel mirino della magistratura per i legami con il clan Fasciani, potente organizzazione criminale che per anni ha controllato il litorale romano.
Dopo la confisca, la gestione era passata all’Agenzia Nazionale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, ma la struttura non ha mai trovato una nuova vita. Anni di incuria e mancata manutenzione l’avevano trasformata in un’area degradata: vetri rotti, arredi abbandonati, sporcizia e segni di vandalismo erano diventati la normalità.
Non sono mancate le segnalazioni da parte dei residenti, preoccupati non solo per il rischio di crolli o incendi, ma anche per la presenza di senza tetto che vi trovavano rifugio. Le bonifiche effettuate dall’AMA nel tempo non sono bastate a restituire decoro al luogo. L’incendio, dunque, appare come l’epilogo di una vicenda emblematica del fallimento nel recupero dei beni confiscati.
I timori di un ritorno della criminalità organizzata
A rendere ancora più inquietante l’episodio è la sua tempistica: il rogo si è verificato a ridosso della nuova gara per le concessioni balneari, prevista nei prossimi mesi. Un dettaglio che richiama alla memoria il caso del Mecs Village di Capocotta, anch’esso andato a fuoco poco prima di un bando pubblico. Coincidenze che, per molti, meritano un approfondimento.
“La sicurezza del litorale deve essere una priorità” hanno dichiarato in una nota congiunta i consiglieri di Forza Italia al Campidoglio, Francesco Carpano e Rachele Mussolini, insieme al delegato alla sicurezza di Forza Italia Roma, Francesco Bucci, e al coordinatore di Forza Italia Municipio X, Renzo Pallotta. “Il rogo al Faber Village rappresenta l’ennesima ferita per Ostia. Avevamo già presentato un’interrogazione in Campidoglio per segnalare i rischi legati all’abbandono della struttura. Purtroppo, il disastro di oggi era prevedibile.
Ora chiediamo alle istituzioni di mettere subito in sicurezza l’area, per evitare nuove occupazioni abusive e atti vandalici. Il rilancio del litorale deve passare attraverso legalità e controllo del territorio”.
Un’indagine per fare chiarezza
Al momento le cause del rogo restano da accertare. La Polizia ha avviato un’indagine per ricostruire la dinamica dei fatti e verificare la presenza di eventuali inneschi. L’ipotesi dolosa non è esclusa, anche alla luce di episodi simili avvenuti negli anni scorsi. Gli inquirenti acquisiranno i filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona per individuare eventuali responsabili.
Il caso riporta l’attenzione sulla gestione dei beni confiscati alla criminalità. Il Faber Village, infatti, avrebbe potuto rappresentare un esempio di riscatto per il territorio, trasformandosi in uno spazio dedicato alla cultura, allo sport e al tempo libero. Invece, l’abbandono e la mancata riqualificazione hanno finito per renderlo un simbolo di degrado. Ora il timore è che l’incendio possa segnare l’inizio di un nuovo capitolo, caratterizzato da interessi illeciti e tentativi di riconquista da parte della malavita.
“Al domicilio non puoi sbagliare” è un concetto che vale anche nella gestione degli spazi pubblici: la professionalità, l’attenzione e la cura del territorio sono fondamentali per evitare che il degrado lasci spazio all’illegalità. In questo contesto, è essenziale rafforzare i controlli e garantire la sicurezza dei cittadini.
Mentre le indagini proseguono, i residenti di Ostia chiedono risposte. La speranza è che questo episodio rappresenti un punto di svolta, spingendo le istituzioni a intervenire con decisione per restituire al quartiere un’area sicura, decorosa e finalmente libera dall’ombra della criminalità.