S. MARINELLA – La consigliera comunale Maura Chegia ha presentato nell’assise pubblica, una mozione che di fatto è un appello per la pace e per il cessate il fuoco a Gaza. Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, la consigliera intende sensibilizzare l’opinione pubblica, affinche si mobiliti per fermare lo sterminio di donne e bambini palestinesi. “Italia ripudia la guerra – si legge nella mozione - il conflitto fra Israele e Palestina è qualificato come conflitto internazionale, il diritto del popolo palestinese ad avere un proprio Stato entro i confini riconosciuti e internazionalmente garantiti, che conviva pacificamente con lo Stato di Israele, assicurando ad entrambi condizioni di sicurezza e stabilità, è da tempo una consolidata posizione italiana ed europea. L'Italia, come altri Paesi, ha già effettuato alcuni passi importanti nel riconoscimento delle prerogative della Palestina, ove si pensi al voto a favore del riconoscimento dello status della Palestina quale “Stato non membro osservatore delle Nazioni Unite”, all'attribuzione dello status diplomatico pieno alla rappresentanza palestinese in Italia, al sostegno politico alle richieste palestinesi di divenire membri in diverse organizzazioni internazionali l’attacco armato del 7 ottobre guidato da Hamas, diretto anche contro civili, ha costituito aperta violazione del diritto internazionale umanitario, l’azione del governo e dell’esercito israeliano che ne è seguita, non rispetta due dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario, il diritto di distinzione tra militari e civili e il principio di proporzionalità della risposta, in relazione agli effetti sulla popolazione civile dell’obiettivo militare che si vuole perseguire, sempre in materia di diritto internazionale umanitario, ossia nell’insieme di regole su come vanno condotte le guerre e le azioni militari allo scopo di limitarne gli effetti distruttivi, lo Stato di Israele sta violando alcuni articoli della Convenzione di Ginevra, tra cui l’articolo 56 e cioè il dovere di assicurare e mantenere gli stabilimenti e i servizi sanitari e ospedalieri, come pure la salute e l’igiene pubbliche nel territorio occupato”.