«La forza di Rosa è stata aver avuto un cuore retto e costante. Ci ha lasciato un’eredità straordinaria e attualissima di cui dobbiamo farci carico».

Lo ha detto il vescovo Orazio Francesco Piazza nell’omelia in occasione del 774esimo anniversario della morte di Santa Rosa.

La festa del transito di santa Rosa, ossia il dies natalis, ricorda il passaggio dalla terra al cielo della patrona, avvenuto il 6 marzo 1251.

Una ricorrenza che quest’anno, anno giubilare, è stata celebrata con un evento speciale: il cuore di Santa Rosa ieri è stato portato dai facchini in processione per le vie del centro.

Processione che ha preso le mosse dalla chiesa della Crocetta, luogo della prima sepoltura di Rosa, per poi snodarsi lungo via Mazzini, corso Italia, via della Sapienza, via Marconi, piazza del Teatro e via Santa Rosa e arrivare al santuario dove il vescovo ha celebrato la santa messa. Prima dell’avvio della processione i fedeli hanno venerato il cuore nella chiesa di Santa Maria in Poggio.

Ad aprire la processione sono stati i musici e gli sbandieratori.

In prima fila il presidente del Sodalizio Massimo Mecarini e il capofacchino Luigi Aspromonte.

Quindi i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle istituzioni: la sindaca Chiara Frontini e il presidente della provincia Alessandro Romoli, consiglieri e assessori. Tra i presenti anche il prefetto Gennaro Capo, la vicepresidente del Parlamento europeo Antonella Sberna e il consigliere regionale Daniele Sabatini.

Hanno partecipato alla messa anche gli allievi della Scuola marescialli dell’Aeronautica militare e della Scuola sottufficiali dell’Esercito.