Cerimonia al Teatro Unione ieri alle 13 per la nuova iniziativa a corollario del Trasporto: la consegna del premio “Il Ciuffo e la Rosa d’oro e d’argento”. Un riconoscimento ai viterbesi emigrati all’estero o in altre città italiane da più tempo e che tornano per Santa Rosa.

Prima della consegna del premio, il presidente del Sodalizio Massimo Mecarini ha chiesto alla platea di rivolgere un saluto al «nostro grandissimo Sandro (Rossi ndr.)». Tutti in piedi per un lunghissimo e caloroso applauso, poi Mecarini ha letto il messaggio che il capofacchino ha fatto pervenire ai suoi uomini dal letto d’ospedale: «Auspico che la forza sia con voi e che la fede non crolli mai. Sarò con voi passo dopo passo». Per poi chiedere ai facchini un ruggito da leone, che ha fatto tremare il teatro.

Si è quindi proceduto alla consegna del premio, un’opera realizzata da Raffaele Ascenzi, a Fulvio Bentivoglio residente a Cremona dagli anni ‘60 il Ciuffo e la Rosa d'argento e a Gianni Minelli che da altrettanto tempo vive a Monaco di Baviera quello d'oro. Nel suo saluto la sindaca Chiara Frontini ha ricordato i molti cambiamenti avvenuti quest’anno. A iniziare dalla nuova Macchina «che è stupefacente» ed «è cambiata anche la voce di chi guida i facchini là sotto però non cambia la motivazione che vi spinge a portare Rosa a casa». «Il Trasporto è da difendere ogni giorno, si è facchini tutti i giorni» ha rimarcato con l’augurio ai cavalieri di Santa Rosa che «rappresentiate ogni giorno l’amore per Viterbo».

«Noi siamo tutti d’un sentimento 365 giorni l’anno» ha sottolineato Mecarini per poi ringraziare i viterbesi per la grande partecipazione alle cene che hanno fatto registrare «incassi meravigliosi».

Per Raffaele Ascenzi, ideatore di Dies Natalis, questo è stato un anno «ricco di emozioni e di viaggi in giro per l’Europa a parlare di Viterbo e di Santa Rosa». Poi rivolgendosi ai facchini: »Quando la Macchina peserà sulle vostre spalle, pensate che state portando la Chiesa».

Sul palco si sono poi avvicendati, tra gli altri, il prefetto Gennaro Capo, il vescovo Orazio Francesco Piazza, il presidente della Provincia Alessandro Romoli, il questore Luigi Silipo, la vicepresidente dell’europarlamento Antonella Sberna, il deputato Mauro Rotelli e i rappresentanti regionali Daniele Sabatini e Giulio Zelli.

La europarlamentare Sberna intende promuovere il Trasporto presso il parlamento europeo: «Dobbiamo far conoscere Santa Rosa anche per riscoprire la radice religiosa e culturale della nostra comunità».

Parole rassicuranti ai facchini dal vescovo. «Portando nel cuore tutta la vostra forza e la vostra fede andrà tutto bene» che ha poi rivolto «un saluto affettuoso» alle campionesse olimpiche dichiarando: «Onore a voi per la fierezza con cui vi siete battute per un grandissimo risultato».

Presenti alla cerimonia infatti tre delle quattro atlete - la capitana Mara Navarria, Alberta Santuccio e Giulia Rizzi - medaglia d’oro olimpica nella spada femminile, madrine del Trasporto 2024 insieme a miss Mondo Italia Lucrezia Mangilli.

Le atlete hanno consegnato dei doni al prefetto, alla sindaca, ad Ascenzi e a Fiorillo e una spada, ornata dal tricolore, a Mecarini. Poi la maglia bianca della nazionale al capofacchino Rossi, consegnata alla figlia, e al sostituto Luigi Aspromonte, quest’anno alla guida del primo trasporto di Dies Natalis, una maglia blu che usano per allenarsi. «E’ la maglietta del sudore» ha sottolineato la capitana.

Tra coloro che sono intervenuti sul palco anche Patrizia Nardi dell’Unesco, Luigi De Risi di Gramas e i rappresentanti di altre due città della Rete delle grandi Macchine a spalla: Sassari e Palmi.

In chiusura dell’evento, prima del tradizionale “Evviva Santa Rosa”, il presidente del Sodalizio si è rivolto ai 113 cavalieri di Santa Rosa: «La Macchina è come la vita, sembra andare tutto liscio poi arrivano le accollate. Ma noi resistiamo e andiamo avanti perché siete forti. Metteteci l'anima come noi facchini sappiamo fare» ha concluso Mecarini. Poi “l’esercito” di Santa Rosa si è mosso compatto per il giro delle sette chiese prima del ritiro e dell’atteso appuntamento con il primo “Sollevate e fermi” di Dies Natalis.