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Un controllo come tanti, di quelli che la Guardia di finanza esegue di tanto in tanto, i cui risultati non hanno convinto i militari. Ed è scattata l’indagine. Parliamo di debiti previdenziali e tributari sui dipendenti legati ad alcune società civitavecchiesi operanti nel campo dell’edilizia: nel 2020 a quanto pare erano solite compensare i debiti accumulati con crediti iva risultati inesistenti. Una indebita compensazione, quella accertata dalle fiamme gialle, che ha esteso il raggio ed è arrivata in altri comuni del Lazio. Il Gruppo Gdf di Civitavecchia, coordinato dalla Procura della Repubblica di Tivoli, è arrivato a sequestrare ai rispettivi amministratori e a un consulente di Roma, beni immobili, quote societarie e disponibilità finanziarie del valore di circa un milione di euro, riconducibili a due società ubicate a Guidonia Montecelio e Rignano Flaminio. Il provvedimento cautelare, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tivoli su richiesta della Procura, è frutto delle indagini avviate nell’ambito delle verifiche fiscali nei confronti di imprese operanti nel settore edile e della consulenza amministrativa. Dagli accertamenti è infatti emerso che allo scopo di maturare un credito Iva da utilizzare in compensazione di debiti tributari nei modelli F24, le società avevano presentato le dichiarazioni Iva riportanti esclusivamente acquisti di merce, rivelatosi poi inesistenti sulle quali era stato apposto dal commercialista il “visto di conformità” per attestare la bontà dell’imposta a credito.
In questo modo gli indagati (ritenuti innocenti fino a sentenza di condanna) avevano abbattuto le proprie pendenze fiscali e contributive, risparmiando somme per circa 990mila euro. Sulla base degli elementi raccolti, la Procura della Repubblica di Tivoli ha richiesto ed ottenuto dal gip l’emissione di un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla loro confisca, avente ad oggetto i predetti beni anche per equivalente, eseguito a Roma e a Catania.
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