CIVITAVECCHIA – Mentre Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e UglMare e porti si dicono soddisfatti per la partecipazione dello sciopero indetto venerdì scorso dai lavoratori dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, il presidente dell’ente Pino Musolino «ferma restando la legittimità del sacrosanto diritto di sciopero dei lavoratori», si chiede però «quali siano le reali motivazioni che hanno portato all'astensione dal lavoro».

«Mi spiego meglio - prosegue Musolino - per chiarire la dinamica ed il percorso che hanno portato alla proclamazione dello sciopero, mentre il sottoscritto stava adoperandosi per fare esattamente quanto ci è stato chiesto dai dipendenti, e anche dagli stessi sindacati. A partire dalla lettera inviata al Ministero su richiesta proprio delle parti sociali, per risolvere la questione».

«Quel contratto di secondo livello ha in calce la mia firma come parte datoriale - ricorda Musolino - e l’ho portato ed approvato con voto unanime in comitato di gestione, non sono certo io a rinnegarlo o a non volerlo difendere».

Quindi i dipendenti con chi dovrebbero prendersela?

Musolino ricorda come il documento sia stato posto poi alla vigilanza del Mit «che dopo non aver scritto nulla sulle linee guida presentate nei mesi precedenti, con due lettere del 31 gennaio e del 16 febbraio ci ha presentato delle osservazioni sulla legittimità di parte dell'accordo, in particolare quella che garantisce 1200 euro forfettizzati per ciascun lavoratore dell'ente». Si tratta di trovare quindi una formula corretta, «che secondo il ministero sia collegata ad un criterio di variabilità, mentre nell’accordo era stata inserita come parte fissa, trattandosi, secondo i sindacati, della cristallizzazione di quello che ormai dopo oltre 10 anni sarebbe un diritto acquisito, in particolare dal personale proveniente dalle ex Autorità Portuali».

«Con le organizzazioni sindacali - aggiunge Musolino - abbiamo discusso, abbiamo scritto una lettera, poi a marzo si è tenuta una riunione con il Mit e gli organi di controllo e vigilanza. Una cosa è certa: finora non sono stati tolti soldi a nessuno. Abbiamo manifestato anche la disponibilità al Ministero, che ricordo essere vigilante, di negoziare l’introduzione nel prossimo rinnovo di contratto di criteri di variabilità che siano oggettivi ed effettivi, facendo salvo quanto contenuto in questo contratto. Insomma, stiamo combattendo la stessa battaglia, ci siamo messi a disposizione, io stesso ho incontrato i lavoratori, nonostante questi aspetti siano di competenza del segretario generale, non sono state toccate le tasche di nessuno e quella che si chiede è una semplice disponibilità a discutere tra uno o due anni. Mi parrebbe una soluzione accettabile per tutti, ma evidentemente non è così».

Lo stesso Musolino giovedì scorso, nel corso di una riunione di Assoporti con tutti i presidenti delle Adsp ha messo sul tavolo il «caso Civitavecchia», evidenziando una difformità di trattamento tra le diverse Authority, e trovando il sostegno dei colleghi, molti dei quali stanno affrontando gli stessi problemi sulla contrattazione di secondo livello.

Il presidente di Assoporti Rodolfo Giampieri, riprendendo proprio le parole di Musolino, ha scritto al vice ministro Edoardo Rixi e alla direzione generale per la vigilanza sulle Autorità Portuali evidenziando la situazione venutasi a creare.

«A seguito di osservazioni del dicastero - si legge nella lettera - e conseguenti rilievi dei revisori dei conti, nonché di censure avanzate dalla Corte dei Conti sulle contrattazioni di secondo livello, sono emerse criticità che stanno sollevando forti tensioni all’interno delle Autorità Portuali. Il superamento di istituti della contrattazione di secondo livello risalenti, in alcuni casi ad anni addirittura precedenti l’istituzione delle Ap, ormai rientranti nella fattispecie dei diritti acquisiti, potrebbe dare luogo a contenziosi che vedrebbero le Adsp verosimilmente soccombenti. Considerato che in alcune Adsp il personale è sceso in sciopero o è in stato di agitazione, siamo a chiedere di poter discutere la materia in seno alla prossima Conferenza di Coordinamento delle Adsp, affinché possa essere individuato un percorso comune, anche almeno di parziale omogenizzazione dei vari istituti contrattuali previsti nelle singole Adsp».

«L’obiettivo - conclude Musolino - è di cristallizzare gli importi già riconosciuti da tempo, magari, anche se non è semplice trattandosi di situazioni diverse in ciascuna Adsp, facendoli in qualche modo confluire nel rinnovo del Ccnl o comunque modificando l’articolo che oggi parla solo di “variabilità” per il contratto integrativo, non prevedendo istituti o voci come quella in questione».

FIUMARETTA - «Il progetto di Fiumaretta si farà, andremo avanti in un'altra maniera».

Musolino è intervenuto anche per chiarire l'estromissione dalla graduatoria del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) per assegnare in totale 150 milioni dei fondi del Pnrr. Il progetto Fiumaretta ne vale circa 15 e non saranno coperti, almeno per ora, da questi fondi. Dopo un primo ok preliminare, i documenti allegati alla domanda dell'Adsp non sono stati giudicati sufficienti. L'Authority ha presentato anche ricorso al Tar, che ha negato però la sospensiva.

«Nel frattempo, con l'ufficio legale - ha spiegato Musolino - stiamo valutando la possibilità di ricorrere o meno al Consiglio di Stato. Era un'opportunità, quella del bando Masaf, che abbiamo cercato di sfruttare. Non è andata bene, ma questo non ci distoglie dal portare avanti il progetto».

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