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LADISPOLI - Grande partecipazione venerdì pomeriggio in aula consiliare per «Nel grido dei giovani. Le dipendenze e il disagio: quali scenari per il futuro?» l'incontro promosso dalla diocesi di Porto Santa Rufina e di Civitavecchia - Tarquinia. «Non possiamo rassegnarci, io non ci voglio stare». Questo il giudizio netto del vescovo Gianrico Ruzza. Il pastore ha ribadito l’urgenza di salvare i ragazzi dalle droghe ascoltando la tristezza celata nell’uso di stupefacenti. È stato affidato a don Giovanni Carpentieri, prete della diocesi di Roma ed educatore professionale, il compito di offrire prospettive di risposta al fenomeno. Accanto al pastore e al sacerdote c’erano Serena Campitiello, direttrice di Caritas Porto-Santa Rufina, Stefani Milioni, vice-direttrice di Caritas Civitavecchia-Tarquinia e il diacono Angelo Pappalardo. Con l’associazione FuoriDellaPorta ODV Carpentieri incontra i ragazzi nei loro contesti di vita, in strada e nelle discoteche usando quell’«approccio relazionale» che sa agganciare ragazze e ragazzi di cui la comunità non ha alcuna conoscenza. Non è solo volontariato, ma un lavoro quotidiano che chiede di «togliere tempo all’ordinario» per andare ad abitare le «periferie esistenziali dove il Signore stava», ha sottolineato il sacerdote. È un compito che la comunità deve assumersi nella sua interezza, con la cura di stimolare collaborazioni strutturali tra Servizi sociali, Asl e forze dell’ordine. Al momento a Ladispoli con la partecipazione di Carpentieri è stata già avviata un’esperienza di contatto con i giovani. «Va continuata e ampliata in altre zone delle diocesi» ha concluso il vescovo che ha chiesto la disponibilità di nuovi volontari, tra cui sarebbe auspicabile avere professionisti per strutturare la presa in carico dei bisogni dei giovani.
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