Alti dirigenti dello Stato, politici, imprenditori e giornalisti sarebbero finiti in una indagine della Dda di Roma partita da Molo Vespucci lo scorso anno.

Secondo quanto riportato dal sito Etrurianews, al centro dell’attenzione della procura distrettuale antimafia, ci sarebbe il periodo successivo al licenziamento di alcuni dirigenti dell’Autorità di Sistema Portuale. Nessuno parla, ma secondo il blog di Paolo Gianlorenzo qualcuno avrebbe cercato di attuare delle presunte pressioni illecite nei confronti del presidente Pino Musolino per farlo recedere da quei licenziamenti.

È in questo contesto che sarebbero finiti sotto la lente degli inquirenti dirigenti, politici, imprenditori e giornalisti, tra Roma e Civitavecchia. Pressioni che a quanto pare avrebbero in qualche modo coinvolto non solo Musolino ma anche il sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco.

«Molto tempo fa - dichiara Musolino - ho portato all'attenzione una legittima preoccupazione, circa una situazione non consona e corretta. Ora apprendo dalla stampa che evidentemente poi ha preso il via qualcosa di più grande, ma di più non so. Evidentemente i procedimento ha seguito il suo corso naturale e quel quadro di questioni “non ordinarie” è stato seguito con la dovuta attenzione».

A quanto pare ci sarebbero degli audio ambientali che sono stati sbobinati e catalogati per essere utilizzati al momento giusto e cioè quando saranno chiamati a rispondere coloro che, secondo gli investigatori, avrebbero agito in associazione tra loro per intimorire sia il presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale Pino Musolino che il sindaco di Civitavecchia Ernesto Tedesco.

Le indagini per la Dda di Roma, che in questo caso quindi non sarebbero partite su Molo Vespucci, ma da Molo Vespucci sono coordinate dal Procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi in collaborazione con il Procuratore aggiunto Ilaria Calò. I pm avrebbero richiesto e ottenuto anche una proroga delle indagini per approfondire ulteriormente il contenuto di alcuni file e documenti già acquisiti, come detto sembrerebbe trattarsi di audio ambientali, chat e messaggi, altra copiosa documentazione. Non è chiaro se l’interessamento della Dda sia dovuto solo al presunto reato di tipo associativo o se possa essere dovuto dal fatto che magari gli episodi delle presunte pressioni possano essere collegati, per qualche aspetto particolare o per qualcuno degli “attenzionati”, ad altre indagini della stessa Direzione Distrettuale Antimafia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA