«Fermarci a riflettere in questi momenti, e farlo come istituzioni e come cittadini di uno Stato democratico, non è solo una testimonianza di vicinanza al dolore atroce che hanno sofferto le vittime e le loro famiglie, compresi i discendenti ancora viventi. Significa riflettere sul ruolo che proprio quello Stato, ovviamente trasfigurato dalla sua forma democratica a quella dittatoriale del nazismo e del fascismo, e quei cittadini di allora hanno avuto in una storia di odio sistematico, di sopraffazione e violenza quotidiana».

Lo ha detto questa mattina la sindaca Chiara Frontini in via della Verità, davanti alla casa di Emanuele Vittorio Anticoli, Bruno Di Porto e Letizia Anticoli, famiglia ebrea viterbese che trovò la morte nei campi di concentramento di Auschwitz e Mauthausen nel 1944. Qui l’8 gennaio 2015 l’artista tedesco Gunter Demnig ha installato tre pietre d’inciampo in loro ricordo. Insieme alla prima cittadina, gli studenti dell’istituto comprensivo Fantappiè e le autorità hanno reso omaggio alle vittime della Shoah. Tra i presenti il prefetto Gennaro Capo, il vescovo Orazio Francesco Piazza, il presidente della Provincia Alessandro Romoli, il questore Luigi Silipo, il comandante provinciale dei carabinieri Massimo Friano e assessori e consiglieri comunali.


«Fermiamoci, e chiediamoci tutti, istituzioni e cittadini, se oggi abbiamo gli anticorpi per evitare che tutto questo accada ancora» ha esortato la sindaca che ha rimarcato come: «il compito di ognuno di noi è quello di restituire alla storia e al culto della memoria quel significato di attualità, concretezza e urgenza senza il quale sarebbe tragicamente vero che le spaventose atrocità di un recente passato siano state commesse e patite invano. Coltivare la memoria è un dovere verso di voi, cittadini di oggi e di domani, e una scelta di dignità che dobbiamo a noi stessi».


Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Provincia, Alessandro Romoli: «Sono passati 80 anni dalla liberazione di Auschwitz, dai fatti che hanno portato alla peggiore violenza. Ricordare oggi significa non voler cadere negli stessi errori fatti nel passato. Ricordiamoci sempre che davanti a noi c’è un essere umano e per questo va rispettato a prescindere. Dobbiamo creare gli anticorpi per far sì che quello che è avvenuto non si replichi mai».


Il vescovo Piazza ha esortato gli studenti: «Guardatevi attorno nel mondo ci sono eventi che negano il futuro a tanti giovani. La storia insegna, ma se ci guardiamo intorno si capisce che abbiamo studiato poco. Auguriamoci di portare nel nostro cuore una memoria creativa, per non generare le condizioni della stessa sofferenza».
Il prefetto Gennaro Capo ha consegnato una medaglia d’onore ai familiari di quattro cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale, Diamanti Trentino, Girolamo Lucattini, Riccardo Maffei e Sante Reali. Si tratta di una medaglia coniata dalla Zecca dello Stato con lo stemma della Repubblica italiana e la scritta “Medaglia d’Onore ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti 1943-1945”.