l presidente del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, Massimo Mecarini, in sinergia con il Comune di Viterbo, l’ideatore Raffaele Ascenzi e il costruttore Fiorillo, ha lavorato un anno per la realizzazione di “Dies Natalis”, la nuova Macchina di Santa Rosa. I Facchini sono il motore della Macchina e il Sodalizio ha il compito di coordinare ogni dettaglio del Trasporto, sia sul percorso che preparatorio.

Mecarini è raggiante per un lavoro perfetto di ogni parte competente per Dies Natalis.

Presidente Mecarini, che rapporto ha con la nuova Macchina di Santa Rosa “Dies Natalis”?

«Avendo fatto parte della commissione ho un rapporto particolare, mi ha colpito subito e mi è entrata immediatamente nel cuore. In effetti stiamo vedendo che è una Macchina molto bella che darà il meglio di sé, sicuramente, quando la vedremo tutta illuminata al momento dl Trasporto del 3 settembre prossimo».

Il modello Dies Natalis è architettonicamente un ritorno al passato. Cosa ne pensa?

«Se il Volo D’Angeli è stato uno spartiacque e una rivoluzione copernicana per lo stile dei modelli delle Macchine di Santa Rosa, questa è una controrivoluzione copernicana perché torniamo alle Macchine ottocentesche tradizionali di Papini e Spadini e di altri ideatori. Con uno stile particolare ma soprattutto con la statua di Santa Rosa che, anziché stare in cima alla struttura, ritorna al di sotto della croce».

Tanti ancora non sanno come nasce la tradizione del Trasporto, vogliamo ricordarlo?

«Il Trasporto nasce perché il 4 settembre 1258 Papa Alessandro IV volle la traslazione del corpo di Santa Rosa con una processione dalla chiesa della Crocetta di Santa Maria in Poggio alla chiesa di San Damiano, l’attuale basilica di Santa Rosa. Da lì, poi, tutti gli anni si è verificata una processione fino ad arrivare al Seicento quando si è cominciato a trasportare prima le luminarie, ceri votivi offerti alle suore, poi con baldacchini sempre più alti che sono diventate vere e proprie Macchine alte fino agli attuali 30 metri della struttura».

A chi dedicherete questo primo Trasporto di Dies Natalis?

«Lo dedicheremo ai viterbesi. Inoltre ho tanti pensieri e dediche da fare. Tanti amici scomparsi e che porto con me nel cuore: li ricorderò pubblicamente in quanto Facchini, altri no perché sono persone a me care personalmente».

Qual è il suo auspicio per questo Trasporto?

«Mi auguro che sarà un trasporto trionfale, ma lo sarà senz’altro, bello, spettacolare e che dia proprio il via a una serie di trasporti che proseguiranno l’anno prossimo con il Giubileo e per il quale penseremo di fare un festeggiamento particolare».

Avete pensato di invitare per il Giubileo Papa Francesco?

«Quando siamo andati in udienza privata lo abbiamo invitato Papa Francesco. Speriamo che, prima o poi, il Santo Padre accolga la nostra supplica e venga a vedere la Macchina anche fuori del 3 settembre come abbiamo fatto per San Giovanni Paolo II».