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“Lavoro, Giovani, Territorio. Tre giorni per un impegno costante”. E’ il titolo della tre giorni della Uil e di UilTucs, partita ieri all’Hotel Salus Terme, per fare il punto sul lavoro nella Tuscia con focus privilegiato sulle emergenze come occupazione giovanile, denatalità, precariato e gap salariale tra uomini e donne.
Ieri è stato presentato il Rapporto sull’occupazione di Eures, mentre oggi si parlerà di workshop sui giovani e domani del mondo del commercio, del turismo e dei servizi. A coordinare i lavori il segretario provinciale della Uil Giancarlo Turchetti, che ha effettuato la prima relazione.
Presenti in sala il presidente della Provincia Alessandro Romoli, il presidente della Camera di Commercio di Rieti/Viterbo Domenico Merlani, la consigliera comunale delegata alle nuove generazioni del Comune di Viterbo Francesca Pietrangeli, il segretario organizzativo nazionale della Uil, Emanuele Ronzoni; il segretario generale della Uil Lazio, Alberto Civica; Fabio Piacenti per il rapporto Eures, Alessandra Sensi, presidente dei giovani imprenditori Unindustria Viterbo, Silvia Somigli, responsabile regionale Uil scuola e Priscilla Binda, responsabile politiche giovanili UilTucs Roma e Lazio e dirigente scolastico dell’Itt Leonardo Da Vinci, Luca Damiani. Turchetti, nella sua relazione, ha ricordato che «i giovani della Tuscia sono in fuga ed in 20 anni sono scesi di 20 mila unità: i dati occupazionali fanno della Tuscia un’area del Mezzogiorno con livelli di disoccupazione medi del 10%».
Tanti fattori concomitanti, demografici ed economici, stanno rendendo la Tuscia una terra da cui andarsene. I numeri lo dimostrano: «Il tasso di occupazione nella Tuscia è del 58% - continua Turchetti – più basso sia del dato regionale del 63% che di quello nazionale del 61%. Drammatico il discorso per i giovani che, dopo i 24 anni, hanno un tasso occupazionale del 18% e di disoccupazione oltre il 40%. Altri numeri negativi sono la precarietà del 78% dei contratti firmati nella Tuscia, che sono a termine. Gli aumenti salariali sono stati divorati dall’inflazione ed esiste un differenziale salariale, tra uomini e donne, che vede i primi con un reddito medio di 20 mila euro e le seconde di 13 mila annui. Con l’attuale trend economico per avere salari medi identici tra uomini e donne servirebbero 300 anni».
Il presidente della Provincia Alessandro Romoli, commentando i dati Eures sullo spopolamento della Tuscia, ha detto che «è come vedere sparire un intero Comune, serve educare le famiglie e collegare la formazione al mondo del lavoro per risollevare questa terribile situazione». Se Francesca Pietrangeli ha parlato di «necessità di un lavoro che renda indipendenti e felici», il dg scolastico Luca Damiani ha ricordato l’altra necessità del «dialogo tra scuola e mondo dell’impresa, con l’istruzione che deve innovare la conoscenza permettendo l’incontro futuro tra domanda ed offerta di lavoro».
Sono quindi intervenuti il presidente Merlani che ha ricordato «l’emergenza invecchiamento della popolazione che non permette il ricambio generazionale» e la responsabile scuola della Uil Silvia Somigli per cui «è con la scuola che si crea la classe dirigente del futuro ed è essenziale una formazione adeguata e continua». Ha chiuso quindi i lavori il segretario organizzativo della Uil Ronzoni che ha parlato della necessità di «porre il lavoro al centro dell’agenda perché è il motore del Paese. Urge il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro che diano maggiori risorse per rilanciare i consumi. Serve al tempo stesso un fisco più equo. La Uil è in campo per tutte queste sfide e, ad oggi. È l’unico con più iscritti lavoratori che pensionati»