Ieri mattina, nel giardino pubblico del quartiere, è stata inaugurata la targa in memoria delle vittime delle truppe coloniali inquadrate nel Corpo di spedizione francese durante la Campagna d’Italia 1943-1944. L’inaugurazione della targa, installata il 18 maggio in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime delle marocchinate, è stata rinviata più volte a causa delle avverse condizioni meteo.

«A Viterbo e provincia furono un centinaio le donne violentate dai soldati alleati – ha detto Silvano Olmi, vice presidente nazionale dell’ANVM, ricordando alcune delle vittime -: Anna Rosa di 49 anni, stuprata assieme alla figlia Lorenza di 19 da otto soldati; Pierina di 39 e la figlia Ines di 17; la 35enne Giacinta, percossa e violentata da due militari inglesi davanti al marito minacciato con le armi; le sorelle Lucia 61 anni e la settantenne Rosa che furono aggredite in casa da otto militari alleati; Anna 35 anni e la figlia Liliana di 12, sorprese in una grotta in località Ponte Sodo dove erano sfollate e aggredite sessualmente da sette militari americani; Rosa, 50 anni, che venne stuprata in un podere in Strada Bagni; Lucia e la figlia Costanza, colpite con un bastone e infine stuprate da due militari francesi in località Pian della Noce nel territorio del Comune di Vetralla».

«Non abbiamo sentimenti di rancore o di odio – ha concluso nel suo intervento Silvano Olmi – ma non dimentichiamo, perché il ricordo e la memoria ci rendono liberi e consentono alle giovani generazioni di adoperarsi affinché non debbano ripetersi questi orrori».

«Sono crimini che sono stati tenuti nascosti per troppo tempo – ha concluso la sindaca di Viterbo, Chiara Frontini – la violenza da qualsiasi parte provenga e qualunque siano le vittime, deve essere condannata sempre, senza appello o giustificazioni di sorta. Dobbiamo creare le condizioni affinché queste vicende non debbano più avvenire». Parole di saluto sono state inviate dal Presidente della Provincia, Alessandro Romoli, che ha rimarcato il dovere di ricordare queste tragiche vicende, mentre il deputato Mauro Rotelli, in una missiva ha sottolineato l’importanza che «nelle nostre città ci siano luoghi che possano ricordare, nella quotidianità di ogni giorno, che la guerra è stata combattuta anche dalle donne».