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Avrebbe commesso una serie di episodi di violenza fisica e psicologica nei confronti della fidanzata. Per questo la divisione anticrimine della questura ha notificato a un giovane viterbese la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per due anni. Il provvedimento scaturisce da una proposta presentata dal questore di Viterbo a novembre alla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Roma.
Tutto è partito da un intervento delle volanti per un’aggressione avvenuta ottobre scorso nei pressi di un noto locale notturno del centro cittadino ai danni di una giovane. Giunti sul posto, la donna chiedeva aiuto agli agenti che allontanavano nel frattempo il ragazzo che, in evidente stato di alterazione, inveiva anche contro di loro con frasi minacciose ed oltraggiose.
Dopo averla tranquillizzata, la vittima è stata accompagnata in questura dove ha iniziato a raccontare i numerosi episodi di aggressione fisica subiti dal compagno, sfociati spesso in lesioni, oltre a una serie indeterminata di minacce e violenze psicologiche, fatti che erano accaduti sin dall’inizio della loro relazione cominciata alcuni mesi prima. Il ragazzo annovera numerosi precedenti per reati contro la persona ed è già stato sottoposto in passato alle misure dell’avviso orale e del foglio di via con divieto di ritorno in un comune costiero del viterbese, entrambe emesse dal questore di Viterbo.
La sorveglianza speciale ora gli impone il divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa e dai suoi prossimi congiunti nonché il divieto di comunicare con qualsiasi mezzo con la medesima, anche per interposta persona, con l’aggiunta dell’obbligo di mantenersi ad almeno 200 metri di distanza dalla vittima. Inoltre ha l’obbligo di fissare la propria dimora comunicandola all’autorità di pubblica sicurezza, di non accompagnarsi a persone che hanno subito condanne o sono sottoposte a misure di prevenzione, di non rincasare la sera più tardi delle 21.30 e di non uscire la mattina prima delle 6.30, di non detenere e portare armi e di non partecipare a pubbliche riunioni.