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SANTA MARINELLA – Il comitato Santa Marinella Libera, vicino alle posizioni dei consiglieri di centrodestra, interviene sulle dichiarazioni del sindaco esternate nel dopo consiglio comunale. “Ci vuole del coraggio, così come ha fatto Tidei, ad affermare “se ho commesso un errore è solo nei confronti della mia famiglia” – dice Luigi Caputo responsabile del Comitato in una nota - quando tutto quello che è avvenuto lede l'immagine e la dignità di un luogo istituzionale che non è di proprietà del primo cittadino bensì è la casa della popolazione santamarinellese e rappresenta la città intera. Ci vuole ancor più coraggio quando si insiste nel voler avere ragione a tutti i costi quando questi comportamenti hanno offeso tutti i cittadini, soprattutto quelli che hanno riconfermato la fiducia proprio in lui, che santamarinellese non è e non lo è mai stato. Le scuse possono bastare in famiglia, forse, con la cittadinanza ci vuole un briciolo di umiltà, un sereno esame di coscienza e un successivo atto di maggior coraggio e cioè farsi da parte. Quanto alla dichiarazione secondo cui non avrebbe mai avuto problemi con la giustizia, allo stato, dobbiamo fare un atto di fede non potendo consultare il suo casellario giudiziale, né i carichi pendenti. Quando dice che “l'opposizione si è squagliata come neve al sole e alla spicciolata ha abbandonato l'aula consigliare all’atto di trattare sui quattro rinviati a giudizio per corruzione" gli ricordiamo che i quattro rinviati a giudizio erano assenti e che sono questioni che riguardano la passata amministrazione dove, i consiglieri dell'odierna opposizione, presenti in aula, erano del tutto estranei e non interessati. Ci permettiamo di ricordare, inoltre, per puro nozionismo, che i rinviati a giudizio non sono condannati, nel nostro ordinamento vige la presunzione di non colpevolezza secondo cui l'imputato non è considerato colpevole fino alla condanna definitiva. Ogni processo si svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti ad un giudice terzo ed imparziale, pertanto, il consiglio comunale, non è il luogo deputato ai processi e il sindaco non ha alcun potere di giudizio né di condanna”.
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