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La questione del dimensionamento scolastico sta assumendo proporzioni epiche con la Regione, e in particolare il capogruppo di Fratelli d’Italia Daniele Sabatini, bersagliati da dichiarazioni al vetriolo da parte di Provincia e comune di Viterbo. Con uno strascico di botta e risposta che, oltre a contrapporre i vertici di Palazzo Gentili e di Palazzo dei Priori al consigliere regionale, ha scatenato anche forti reazioni e contrapposizioni di carattere prettamente politico tra Forza Italia, Patto civico e Fratelli d’Italia. Sul caso, il cui clamore monta di intensità di ora in ora, la nostra testata ha raccolto le dichiarazioni di Sabatini.
Partendo dal fatto che «la Regione è dovuta intervenire perché la Provincia non ha fatto quello che doveva fare. Ed è il secondo anno consecutivo». Con una riflessione: «Sono 20 anni che è in atto il dimensionamento scolastico, che però è peggiorato per aver agganciato questa riforma con le rate del Pnrr e quindi diventa ancora più cogente come azione obbligatoria da parte di tutte le Regioni e di tutte le Province. Non mi risulta che negli anni precedenti sulla riorganizzazione delle autonomie scolastiche si siano strappate le vesti così tanto. E c’è pure da ricordare che se le scuole in oggetto sono arrivate a dimensionarsi oggi è perché, nei 20 anni passati, altri istituti hanno subito purtroppo lo stesso trattamento che ha consentito a Carmine e Grotte di Castro di arrivare fino al 2024. Individuare in me il capro espiatorio è l’ennesimo atto di irresponsabilità di queste persone».
Quindi la replica diretta al presidente della Provincia.
«Romoli intanto non conosce i fatti, e questo inizia a essere grave perché lui evidentemente non sa che sono stati approvati due emendamenti uno su Latina e uno su Viterbo. Significa notevolmente e sensibilmente la riorganizzazione anche del Carmine rispetto alla delibera precedente. È un fatto di ignoranza abbastanza grave da parte del presidente della Provincia, molto grave, che quantomeno presupporrebbe accortezza e silenzio e non spavalderia dopo che lui stesso non ha fatto quello che doverosamente la legge prevedeva che facesse».
Per quanto riguarda l’emendamento sulla scuola del Carmine il capogruppo FdI spiega: «Migliora sensibilmente, rispetto alla prima stesura, il nuovo riassetto dell’organizzazione scolastica in termini di maggiore congruenza e operatività del dimensionamento. Con una logica più chiara e fluida».
E sulla modifica relativa a Latina, tirata in ballo sia da Romoli che da Melania Perazzini, capogruppo di maggioranza a Palazzo dei Priori: «È stata tolta perché ininfluente ai fini del dimensionamento in quanto il numero di dirigenze rimaneva invariato. La questione dell’emendamento mi sembra una modalità per allontanare le responsabilità, per distrarre».
Evidente il clima di tensione che si è venuto a creare attorno alla vicenda. In merito Sabatini è lapidario:
«La tensione la fa la politica, dopo che loro non hanno fatto quello che avrebbero dovuto fare, alimentano tensione per allontanare le responsabilità da sé. Manca il piano provinciale di dimensionamento, questo è il problema. Se Romoli avesse proposto istituti alternativi al Carmine e a Grotte di Castro, la Regione avrebbe ragionato su quello. Non avendolo fatto ed essendo stati attivati i poteri sostitutivi l’amministrazione regionale ha potuto soltanto prendere atto della prima e della seconda scuola da dimensionare. Non sono state fatte valutazioni discrezionali».
Poi la stoccata finale: «Romoli ha deciso di fare zero ma se tutte le Province agissero così non verrebbe rispettata la norma, che non è né della giunta Rocca né del governo Meloni ma è una legge precedente, tanto che sono 20 anni che si fanno dimensionamenti scolastici» conclude Daniele Sabatini.