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CIVITAVECCHIA – Taglio del nastro per la sede del comitato elettorale Paolo Poletti sindaco. Una candidatura di cui molto si è parlato nei giorni scorsi, appoggiata dalla lista Leali Legali Liberi e da Forza Italia o almeno da una parte del partito azzurro rappresentato dal senatore Claudio Fazzone, dal consigliere regionale Giorgio Simeoni e dagli ex assessori FI Cinzia Napoli, Roberto D’Ottavio e Sandro De Paolis.
Tra le bandiere di Forza Italia sono spuntati anche Ivano Iacomelli e Barbara La Rosa, poi ha preso la parola Poletti: «Benvenuti a casa vostra, questo è uno spazio non mio ma per la città, per parlare dei programmi che abbiamo per Civitavecchia e per consentire ai nostri concittadini di esprimere le loro opinioni e darci un contributo».
A prendere la scena il senatore Fazzone che ha ringraziato Poletti per essersi messo a disposizione del centrodestra. Non ha risparmiato poi una serie di frecciatine all’amministrazione attuale (dove pure il partito azzurro ha ricoperto ruoli di primissimo piano, prima di “scomparire” quasi dal consiglio comunale, ndr): «Se non iniziamo a fare dei cambiamenti veri, e parlo anche del partito che rappresento, non arriveremo a lasciare ai giovani una società che funziona in maniera diversa. Buche attappate e lampadine cambiate sono un diritto dei cittadini».
«Non si può vivacchiare solo per mantenere un ruolo, non si può consentire una continua trasmigrazione di assessori. Non condivido che ci si debba per forza alleare per coalizioni, lo ho detto al mio partito: io mi devo mettere insieme alle persone migliori. Non si può consentire che in una amministrazione ci siano marito e moglie con ruoli diversi».
Presente anche il consigliere regionale di Noi Moderati, Nazzareno Neri.
L'inaugurazione della sede del comitato elettorale dell'ex generale Paolo Paoletti è stata sotto tono, con scarsa partecipazione, ma in compenso ha infiammato la scena politica locale.
A far discutere ma ad essere notate sono soprattutto le assenze. Perché, dopo il botta e risposta tra i Lega e Forza Italia dei giorni scorsi, è sempre più chiaro che la fuga in avanti degli azzurri regionali abbia creato uno scollamento importante a livello locale, scollamento in totale disarmonia con quanto dichiarato nei giorni scorsi dal leader di Forza Italia Antonio Tajani rispetto al fatto che il centrodestra andrà unito ovunque.
A mancare nella lista dei presenti sono nomi di spessore come quello del deputato FI Alessandro Battilocchio (era a Tivoli per la presentazione del candidato azzurro e di Fdi, ndr) o di esponenti locali come il capogruppo in consiglio comunale Massimo Boschini e dell'assessore ai Servizi sociali Deborah Zacchei membro del direttivo provinciale azzurro.
Ovviamente assente la Lega dopo le critiche di Fazzone all'operato del sindaco Tedesco dei giorni scorsi. Duro il commento dell'assessore della Lega Dimitri Vitali alla presenza dei “pezzi grossi regionali”: «Bisogna vedere se poi i voti sul territorio ci sono. Per quanto ci riguarda, mai con Poletti».
Ma la bordata peggiore per il generale arriva dal suo supporter della prima ora: mentre Poletti sta parlando all’inaugurazione della sede, Pietro Tidei gli invia tramite i media un messaggio di “addio”. «Carissimo Paolo – scrive TIDEI – ti auguro di avere un successo ma alla luce degli ultimi fatti , ritengo che tu non stia mantenendo fede alle aspettative iniziali. La tua candidatura nata come civica doveva portare con se un programma innovativo, chiedere l’adesione di tutte le forze sane della città, esattamente come fanno i candidati civici. La città si aspettava inoltre che tu chiamassi ad attuare qual programma di rilancio energie nuove e non solo i soliti partiti, le solite segretarie, le solite scelte fatte a Roma. Apprendo oggi da te che tu ti rivolgi al solito centrodestra di cui auspichi di diventare il candidato unico. Non mi resta che prendere atto a questo punto che hai radicalmente cambiato le coordinate politiche sulle quali orientavo il mio sostegno. Ti formulo i miei migliori auguri affinchè tu possa essere indicato come tu speri come il candidato unitario del centro destra, cosa di cui dubito fortemente. E’ evidente che a questo punto le nostre strade si dividono».
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