CIVITAVECCHIA – «Rispettiamo le scelte del consiglio comunale di Civitavecchia, con la nuova amministrazione che ha deciso di revocare la delibera di adesione a Porta d’Italia. Ma una cosa è certa: il progetto andrà avanti».

È quanto assicura Mario Baccini, sindaco di Fiumicino, tra i promotori della nascita della nuova provincia del Lazio, quella del litorale, che nell’idea iniziale avrebbe dovuto abbracciare l’area tra Fiumicino e Montalto, passando per Civitavecchia, fino ai comuni della collina.

Ebbene, proprio dalla città portuale è arrivato lo stop, bloccando di fatto il percorso avviato nei mesi scorsi dall’ex amministrazione di centrodestra guidata da Ernesto Tedesco.

Ma Baccini è determinato ad andare avanti, evidenziando proprio l’importanza del progetto «ancora vivo e forte» ha spiegato.

Un’occasione da non perdere, a detta del primo cittadino di Fiumicino, per le popolazioni ed i comuni che aderiranno all’iniziativa.

«Cercheremo di superare gli ostacoli, ma siamo convinti ad proseguire sulla strada tracciata - ha aggiunto il Sindaco - spiace che Civitavecchia ed i comuni del suo comprensorio, che da anni stanno portando avanti la battaglia di uscita dalla Città metropolitana di Roma Capitale, oggi che c’è una possibilità concreta di aderire ad una nuova Provincia, si tirino indietro».

Secondo Baccini, quindi, risulta evidente quanto sia «anacronistica questa scelta, decidendo così di fare un passo indietro piuttosto che uno in avanti, per lo sviluppo e la crescita dei nostri territori».

Più volte, nel corso degli ultimi mesi, il sindaco di Fiumicino ha evidenziato le opportunità che deriverebbero dalla creazione di un nuovo ente.

Vantaggi di cui beneficerebbero tutti i comuni aderenti, nessuno escluso, e che potrebbero portare ad una maggiore autonomia amministrativa, un miglioramento delle infrastrutture locali ed un incremento delle opportunità economiche e turistiche, il tutto accompagnato da una burocrazia più snella.

Una forma di autonomia, quindi, non contro qualcuno ma per il bene comune del territorio, garantendo nuove economie ed opportunità di crescita.

«Non ci troviamo male con Roma - ha aggiunto Baccini - anzi, Fiumicino ha con la Capitale un rapporto consolidato nel tempo, e molto forte: qui non sono in discussione i rapporti».

L’intenzione è quella di agire da un osservatorio più autorevole e forte, a prescindere dalle economie di ciascun comune. «Fiumicino, ad esempio - ha ribadito il Sindaco - non ha bisogno di una Provincia per sviluppare le proprie politiche interne. È una città da 90mila residenti che, in controtendenza, cresce di mille abitanti all’anno, confermando la capacità di attrazione che ha il nostro comune. Ma la Provincia rappresenta una visione, un’emozione, un’idea per nuove possibilità per il territorio tutto - ha evidenziato il primo cittadino - un’autosufficienza per portare avanti qualcosa in più, che vada oltre e che, insieme, ci faccia crescere, attraverso nuove risorse e nuove opportunità».

Una provincia a protagonismo diffuso con poli territoriali omogenei, anziché un ente centrale dominante, distante, indifferente perché già ingolfato di suo, talvolta con obiettivi diversi se non contrastanti con il contesto esterno alla metropoli, come scritto nella lettera che lo stesso Baccini, insieme ai colleghi sindaci Landi, Tidei, Bentivoglio e Grando, ha inviato al neo primo cittadino di Civitavecchia Marco Piendibene prima del consiglio comunale per la votazione della revoca della delibera, chiedendo di “temporeggiare” in attesa di un incontro.

Lettera che non ha avuto alcun effetto però sulla decisione finale.

«Affascina l’idea di una pari dignità tra i comuni, di una prossimità al centro decisionale - si legge ancora - di una classe dirigente politica del territorio che si possa occupare direttamente del territorio, di una burocrazia semplice, efficiente, capace di provvedimenti mirati e molto più agevole, attenta e diretta ai bisogni della cittadinanza. Una moderna visione di aggregazione non in rotta quindi, con quella capitolina, ma autonoma, complementare e persino sinergica a quest’ultima in termini di sviluppo complessivo».

Ma proprio Piendibene, prendendo spunto dalla lettera, si è chiesto in Consiglio come possa «il sindaco Baccini parlare di pari dignità e di rispetto tra amministrazioni interessate. Lo statuto prevede che il capoluogo venga assunto dal Comune con più abitanti, quindi la sua Fiumicino. Parla di rispetto ma non dice che nella sua Fiumicino sta nascendo un porto turistico-crocieristico che toglierà lavoro a quello di Civitavecchia».

Nessuna risposta da Baccini, per “il rispetto del ruolo istituzionale” ma un chiarimento.

«Abbiamo tentato di tenere fuori dal progetto le tensioni politiche - ha spiegato - se poi qualcuno si fa condizionare dai partiti, è un altro problema. Fiumicino c’è, insieme agli altri comuni andremo avanti. Il percorso è solo iniziato, non è affatto concluso. Ho apprezzato la grande sensibilità dei sindaci, il forte rapporto che si è creato e che dà valore a questo progetto, portando frutti di sinergia, sviluppo e sussidiarietà - ha concluso Baccini - che restano, al di là del discorso legato alla nuova provincia».

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