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Deposito scorie nucleari, la Provincia propone una strategia organizzativa ai sindaci dei Comuni a rischio. L’avvio, lo scorso novembre, della Vas (valutazione ambientale strategica) da parte del Mase per la localizzazione definitiva del sito nazionale di stoccaggio impone alla Tuscia, per non perdere la battaglia, di predisporre ulteriori azioni che vadano a rafforzare le osservazioni già presentate, e tenute in scarsa considerazione, negli anni scorsi alla Sogin. E in tempi celeri.
A tale proposito il presidente dell’ente di via Saffi Alessandro Romoli, durante un incontro con i primi cittadini dei Comuni in cui insistono i 21 siti individuati dalla Carta delle aree idonee nel Viterbese, ha proposto l’idea - accolta all’unanimità - di dividere il territorio in 3 macroaree.
«Una relativa al comune di Tuscania e quelli limitrofi Piansano, Arlena e Tessennano, un’altra quella dei paesi verso la costa Tarquinia, Montalto, Canino e Ischia di Castro e la terza che riguarda il comprensorio della Cimina come Civita Castellana, Soriano e Corchiano. Su ognuna di queste macroaree abbiamo chiesto ai sindaci - ha spiegato Romoli - la possibilità di costituire una commissione tecnica che vada a sviscerare le problematiche inerenti le future osservazioni che dovremo presentare sotto l’aspetto meramente tecnico. Sotto il profilo agroforestale, geologico e dei vincoli, quindi urbanistico, per quanto riguarda il dover mettere insieme il piano regolatore comunale».
A tal fine il presidente ha chiesto «in un rapporto di proficua collaborazione» la disponibilità ai Comuni di dare accesso presso i rispettivi uffici tecnici.
L’idea di Romoli è quella di chiudere questo percorso entro la settimana in modo da poter costituire i gruppi di lavoro sui cui esiti di fonderanno poi «le osservazioni che presenteremo al momento opportuno all’interno della procedura di Vas. Andando a integrare e corredare quella che era stata già tutta l’attività che l’amministrazione aveva portato avanti nel tempo, già dalla prima conferenza, che approfondiva molto gli aspetti sociali e socio-sanitari. In questo caso andremo a costituire un'appendice tecnica che entra nel merito di quello che succede sito per sito, situazione per situazione».
Nelle comunicazioni, a inizio lavori del consiglio provinciale, Romoli ha rendicontato anche le altre attività svolte dall’ente in questo ultimo mese. In merito alla questione del dimensionamento scolastico ha ricordato che la Provincia «ha approntato ricorso al Tar sulla delibera regionale».
«Un’iniziativa - ha sottolineato - che si colloca anche in una più ampia attività di ricorso che stanno portando avanti svariati enti, sotto il profilo istituzionale non politico».
Romoli ha tenuto a ribadire che «dobbiamo scindere il tema di dover difendere le prerogative del territorio rispetto alle appartenenze politiche, ideologiche partitiche di ognuno di noi».
Un superamento di casacche su cui ha richiamato l’attenzione citando il fatto che iniziative analoghe, riferendosi al ricorso al tribunale amministrativo, sono state avviate «anche dalla città metropolitana di Roma, dalla Provincia di Latina, dalla Provincia di Rieti e da varie amministrazioni comunali del Lazio».
Iniziative che per il presidente Romoli testimoniano come il «provvedimento regionale sul dimensionamento scolastico desti perplessità e contrarietà nei vari territori».
Infine ha reso noto che l’amministrazione provinciale sta lavorando a un provvedimento relativo ai siti di discarica che costituirà «un’innovazione importante per il territorio della provincia di Viterbo. Stiamo approfondendo gli aspetti - ha spiegato Alessandro Romoli - per avvalorare la tesi che vede in capo alla Provincia la facoltà di dover autorizzare in qualche modo gli impianti di discarica. Appena il provvedimento sarà pronto convocheremo la commissione competente e inizieremo la discussione».