Barricate, non solo nella Tuscia ma anche nel resto d'Italia, contro il deposito nazionale di stoccaggio dei rifiuti radioattivi. E se nessun Comune vuole l’impianto sul proprio territorio, il ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha pensato a come poter rendere meno impattante il problema.

«Ne realizziamo tre: uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud» è l’ipotesi su cui potrebbe ragionare il ministero, probabilmente ritenendo che la costruzione di strutture di dimensioni più ridotte potrebbe essere meglio accettata dalle comunità interessate. Già in precedenza il titolare del Mase aveva tentato di trovare una soluzione, proponendo l’autocandidatura volontaria a ospitare il deposito da parte dei Comuni, per evitare che la decisione fosse calata dall’alto.

Solo un Comune si era fatto avanti ma dopo un’iniziale apertura, a fronte delle forti contestazioni della popolazione Trino Vercellese aveva dovuto fare marcia indietro. Negli eventuali tre depositi sarebbero stoccati, secondo il ragionamento del ministro, scorie nucleari a bassa e media intensità ossia gli scarti radioattivi prodotti ogni giorno da ospedali e industrie. Mentre per i rifiuti ad alta intensità, il cui stoccaggio richiede tra l'altro la costruzione di un impianto in profondità, l’Italia potrebbe continuare a “esportarli” in Francia e nel Regno Unito «facendoli pagare a noi e ai nostri figli a vita» ha rimarcano Pichetto.

Il rischio che il sito previsto in Centro Italia possa essere individuato nel Viterbese è altissimo. Il Lazio, infatti, tra le sei regioni su cui la Sogin ha stilato la Cnai è l’unica presa in considerazione nell'area centrale della Penisola. E la Tuscia è l’unica provincia laziale nel mirino con un alto numero di siti valutati idonei: 21 sul totale dei 51 a livello nazionale. Le altre regioni su cui la Sogin ha posto un’ipoteca sul futuro sono: Piemonte, Basilicata, Puglia, Sicilia e Sardegna.

E la Pisana, tramite il presidente Francesco Rocca, ha ribadito in maniera categorica il suo “no” al deposito nella Tuscia. «Non se ne parla. Noi saremo a fianco dei nostri territori» ha dichiarato a margine di un evento a Roma. «Il Viterbese - ha proseguito - ha già pagato un prezzo altissimo. Abbandonato dalla giunta Zingaretti, l’unica discarica presente è quella di Viterbo. Faremo tutto quello che è in nostro potere ed è previsto dalla legge per impedire che le scorie radioattive possano arrivare su quel territorio».

Il governatore del Lazio ha poi concluso ribadendo che «la Tuscia è un sito importante sia dal punto di vista ambientale che storico e culturale. Ha già pagato abbastanza l’assenza di programmazione».