A poco tempo dal pronunciamento per la scelta del sito unico italiano come Deposito nazionale di scorie nucleari è sorto a Canino un altro comitato contro questa ipotesi di ospitarlo nella Tuscia. E’ quello di Canino. «Il 30 maggio è nato il Comitato Cittadino per la Salvaguardia del territorio di Canino e della Tuscia – spiega il geologo Antonio Menghini - un ulteriore strumento per combattere il progetto di realizzazione del Deposito nazionale unico dei rifiuti radioattivi. Si tratta dell’ultimo dei Comitati provinciali che, sin dal 2021, si sono spontaneamente creati con la prospettiva di tutelare il territorio. Ne fanno parte Eugenio Cesarini (presidente, medico di famiglia attualmente in pensione), Angelo Di Giorgio (vicepresidente, professore ordinario di chirurgia generale e oncologica), Luigi De Caprio (vicepresidente, Ingegnere ambientale, esperto di radioprotezione, radon, sorveglianza fisica), Claudio Mazzuoli (segretario, direttore dell’Oleificio cooperativo sociale di Canino), Giancarlo Benella (tesoriere, direttore della cooperativa Copa), Alfredo Quinto Bartoccini (presidente dell’Oleificio Cooperativo Sociale di Canino), Ernesto Baglioni (Presidente Coldiretti Canino), Marco Delle Cese (presidente Cia Canino), Luciano Luciani (presidente Tuscia Latte), Sergio Parrano (presidente della cooperativa Doganella), Giovanni Pettinari (presidente della cooperativa Copa), Dina Brozzetti (fisioterapista, volontaria Lipu) e Antonio Menghini (geologo ed idrogeologo, membro dell’International Association of Hydrogeologists)». Menghini specifica che questo nuovo Comitato nasce dall’esigenza di coinvolgere maggiormente la popolazione locale, spesso ancora ignara dei problemi che scaturiranno dalla eventuale realizzazione del feposito nazionale, una scelta che avrà ripercussioni importanti sulle generazioni future, per almeno 300 anni.

Tutto nasce dalla recente pubblicazione da parte della Sogin della Carta Nazionale delle Aree Idonee ad accogliere il Deposito Nazionale (Cnai). La Sogin ha identificato sul territorio nazionale 51 aree distribuite in 5 regioni, concentrate maggiormente nella Tuscia con ben 21 aree idonee, distribuite in 14 Comuni. Sui rischi per Canino Menghini dice che «la situazione del comune di Canino è una delle più gravi, visto che risulta, dopo Tuscania, quello con il maggior numero di aree idonee, 5 pari al 23,8% di tutte le aree Cnai. Le aree sono denominate VT 9, VT 24, VT 26, VT 27, VT 34 e si ubicano a cavallo della S.P. Castrense, impegnando praticamente gran parte del territorio comunale».

Sul lavoro svolto contro l’ipotesi deposito nella Tuscia Menghini precisa ancora che «a partire dalla pubblicazione della Cnapi il 5 gennaio 2021, si è sviluppato un forte interesse intorno al problema del Deposito nazionale, in particolare nei territori coinvolti dalle scelte proposte da Sogin. In Italia e nella provincia di Viterbo si sono attivati numerosi comitati e associazioni. Sono stati pertanto prodotti oltre 300 elaborati tecnici da parte di 169 portatori di interesse pubblici e, maggiormente, privati, come comitati, associazioni, biodistretti, realizzati con il supporto di tecnici qualificati, professori universitari e giuristi, che sulla base di concrete e fondate basi scientifiche in maniera concorde, hanno cassato l’operato di Sogin. Che non ha tenuto in alcun conto le osservazioni e le conclusioni dei partecipanti al Seminario Nazionale ed ha presentato una propria proposta di Cnai ai Ministeri competenti per la successiva approvazione».

Menghini esplicita le motivazioni contro Sogin: «Oltre a quelle geologiche – spiega - altre motivazioni sono: l’errata metodologia adottata da Sogin; l’incongruenza fra normative vigenti e la progettualità di Sogin riguardo alla realizzazione del Deposito; l’assenza di valutazione dei rischi sanitari ed economiche; l’inserimento all’ultimo momento dei rifiuti ad alta radioattività».

Sulle possibilità di azione Menghini conclude parlando di «via giudiziaria, oltre che iniziative territoriali tese a informare e organizzare le più idonee forme di contrasto. Va tenuto conto al riguardo che il tempo utile per interventi giudiziari, compreso il ricorso alla Corte di Giustizia Europea, scade il dicembre 2025».

Per comunicare con il Comitato e per adesioni potete scrivere a comitatonoscoriecanino@gmail.com.